Renzi-Calenda, che spreco: non paga la “scissione dell’atomo”

Renzi-Calenda, che spreco: in politica non paga la “scissione dell’atomo”

Autocritica al centro dopo i risultati delle Europee

Nel corso della campagna elettorale, mi sono trovato un paio di volte accanto a Sonia Alfano, esponente di Azione, in occasione di confronti pubblici.

Lei ascoltava me, io lei, trovando la massima sintonia sui temi trattati, dal ruolo dell’Europa nel Mondo ai sanguinosi conflitti che devastano l’Ucraina e Gaza, dalla transizione energetica all’attenzione alla competitività industriale dell’Europa, dal potenziamento del nucleare al ruolo dell’Intelligenza Artificiale.

“Bottino” diviso, voti sprecati

Entrambe le volte, concluso il confronto, ci siamo detti: ma perché siamo su fronti diversi? Racconto questo dopo aver analizzato i risultati delle elezioni europee che hanno visto un importante “bottino” di 1.654.455 voti (il 7,11% del totale) dividersi in due frazioni, con il desolante prodotto di nessun europarlamentare.

Per avere un termine di paragone, Alleanza Verdi e Sinistra con 1.565.941 voti (il 6,73% del totale) ha ottenuto 6 seggi. È facile immaginare che, insieme, l’ex Terzo Polo avrebbe potuto raccogliere una pattuglia di 7 europarlamentari.

Sette, invece di zero. Tutto questo è desolante, considerando la sostanziale sovrapponibilità dei programmi, la sintonia delle idee, lo stesso gruppo parlamentare di destinazione, Renew Europe.

Azzerare e ripartire

E allora? E allora bisogna azzerare tutto e ripartire. Sbagliato ed inutile continuare a scaricarsi responsabilità, come sta avvenendo in questi giorni.

Tutti sono responsabili di questo disastro, degli errori che hanno privato 1,6 milioni di elettori della rappresentanza in Europa, nonostante fossero gli unici ad aver creduto nell’Europa.

Solo Stati Uniti d’Europa e Azione – Siamo Europei hanno parlato di Europa in queste elezioni e 1,6 milioni di elettori li hanno seguiti.

Costruire un progetto riformatore

Bisogna ricominciare da zero, costruire un progetto riformatore di centro sinistra, raccogliendo le forze di Italia Viva e di Azione, ma anche +Europa, i liberal-democratici, le componenti radicali e socialiste, repubblicane e liberali.

Potenzialmente è un’area che può valere il 10% in Italia. Basta con i protagonismi e le divisioni, basta con le incompatibilità di carattere e i contrasti tra personalità.

C’è un centro sinistra moderato da ricostruire, che faccia da contraltare al ruolo di Forza Italia nel centro destra e, soprattutto, che riprenda a dialogare con la Sinistra, dal PD ad AVS al M5S.

Troppe volte, in questa campagna elettorale, l’ardore polemico nelle nostre liste è stato rivolto con maggiore vigore nei confronti del PD che contro la Lega o la Meloni. 

La scissione “dell’atomo”

Per fermare l’onda di destra che continua, con sempre maggiore vigore, a sommergere l’Europa, c’è una sola strada: ricostruire una forza moderata e riformista di centro sinistra e pensare ad una grande coalizione con la sinistra, valorizzando ciò che ci unisce (ed è tanto) e depotenziando ciò che ci divide.

Divisi si continuerà a perdere, sempre di più, fino a raggiungere la scissione dell’atomo, comunque godendo se l’altra metà è un po’ più piccola della nostra.


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