Renzi e Calenda divorziano: che cosa succede in Sicilia? - Live Sicilia

Renzi e Calenda divorziano: che cosa succede in Sicilia?

Il quadro nazionale non si distacca dalla fotografia siciliana, che vede una distanza forte tra i gruppi dirigenti dei due partiti
LO SCENARIO
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PALERMO – La guerra dei Roses in salsa terzopolista conta un primo caduto sul campo: il partito unico liberaldemocratico. Le scazzottate verbali tra Carlo Calenda e Matteo Renzi sono un punto di non ritorno che certifica il divorzio tra Azione e Italia Viva. Una prima conseguenza è la corsa solitaria alle Europee del prossimo anno. 

“Sicilia laboratorio”

Il quadro nazionale non si distacca troppo dalla fotografia siciliana che vede, da tempo, una distanza forte tra i gruppi dirigenti dei due partiti che, ad esempio, al comune di Palermo siedono nei banchi separati di maggioranza (con i renziani a sostegno di Lagalla) e opposizione (guidata dal capogruppo calendiano Fabrizio Ferrandelli). 

Una situazione che, ancora prima del naufragio del progetto terzopolista a livello nazionale, si registrava a diverse latitudini (fatta eccezione per il flop delle regionali: il 2,1% incassato da Gaetano Armao sostenuto dal tandem calendorenziano). 

Siracusa: camere separate

Emblematico il caso delle amministrative di Siracusa, una città nella quale entrambi i partiti possono vantare una presenza radicata sul territorio. Qui il sindaco uscente, Francesco Italia, storico esponente di Azione, si ricandida appoggiato da uno stuolo di liste civiche. L’uomo forte di Renzi nel Siracusano, invece, Giancarlo Garozzo correrà con altre compagini civiche. Italia Viva, del resto, aveva lasciato la giunta Italia diverso tempo fa. 

Catania: si corre in ordine sparso

Nessuna intesa in vista nemmeno a Catania. Italia Viva ormai svuotata da tempo, dopo l’addio del duo Sammartino Sudano, non farà la propria lista e i candidati di area renziana decideranno autonomamente dove piazzarsi. Per quanto riguarda Azione, il pallino è nelle mani del deputato nazionale Giuseppe Castiglione.

Gli azionisti che pare non riescano a fare una propria lista troveranno posto all’interno di altre compagini. La mancata candidatura di Enzo Bianco ha scompaginato il quadro che avrebbe visto Castiglione e company pronti a convergere sull’ex sindaco. Al momento si starebbero valutando due soluzioni di segno opposto: piazzare i candidati nella lista del candidato sindaco Enrico Trantino oppure in quella che porta il nome di Bianco a sostegno del centrosinistra di Maurizio Caserta. 


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