Renzi, visita al Pd in crisi | Bordate a Di Maio e Salvini - Live Sicilia

Renzi, visita al Pd in crisi | Bordate a Di Maio e Salvini

Il segretario dei Dem in Sicilia, nel partito dilaniato dalla competizione per le candidature.

CALTAGIRONE (CT) – Matteo Renzi raduna i fedelissimi nella città di Don Sturzo mentre ai piani alti del Pd esplode lo scontro per le candidature alle politiche. Prima di abbracciare la platea, che lo attende nel teatro sant’Anna, Renzi visita il mausoleo dell’ispiratore del partito popolare italiano, ascolta la messa, rigorosamente a porte chiuse e si fa benedire da don Ciccio, il sacerdote che ne custodisce le spoglie.

L’APPELLO – Il parallelo con Sturzo non è semplice, Renzi rievoca il manifesto dei Liberi e Forti, redatto dalla commissione del Partito popolare italiano il 18 gennaio del 1919: fino a quel momento ai cattolici italiani non era consentito di votare, erano “né eletti, né elettori”. Adesso il Pd ha bisogno sia degli elettori che degli eletti. Il primo problema è quello della composizione delle liste e qui i nodi vengono al pettine, perché la guerra all’ultimo sangue del Pd traspare sin dalle prime file, dove si incrocia lo sguardo di Concetta Raia – aspirante parlamentare, in piedi in un angolino insieme ad Angelo Villari (primo dei non eletti alle regionali a Catania) – con quello sornione di Luca Sammartino, mister 32mila voti che, con gli occhi, accarezza Renzi comodamente seduto insieme a un altro contendente, Anthony Barbagallo, il deputato regionale che ha strappato il posto proprio a Villari alle regionali. Ciascuno di loro rivendica un seggio al Senato o alla Camera.

I POPOLARI – La ricetta del segretario dem si trova nel solco dei progetti dei popolari, che storicamente si sono contrapposti “ai fascisti”. Sa di non essere il nuovo Don Sturzo, ma rivendica, sul piano dei risultati, di essere stato l’unico, insieme alla Dc, a superare la soglia del 40%. Renzi rivendica un modello, basato sull’onestà, “che è un presupposto della politica” da contrapporre al populismo.

I POPULISTI – Il segretario del Pd attacca Luigi Di Maio e Matteo Salvini, “gemelli diversi” del populismo, puntando il dito contro i grillini “che parlano di scie chimiche, inventano parlamentarie e diffondono fake news”. Niente reddito di cittadinanza nel futuro del Pd, “ci impegniamo – dice Renzi – a dare a tutti un lavoro, soprattutto in Sicilia”. In prima fila c’è anche Rosario Crocetta che non riesce a trattenere applausi e sorrisi; poco prima aveva rivendicato, a mezza bocca, il seggio al Senato a favor di telecamera. Renzi strappa applausi e ovazioni quando parla del “Salvini europeista una volta al mese, quando prende lo stipendio”, e rivendica il modello di Sturzo di comunità e di rispetto dell’identità: “Europa sono anche queste stradine, Europa è anche Caltagirone, dove ci sono le radici del Pd”.

LE PROPOSTE – Servizio civile obbligatorio, nessun accenno al tema della tassazione, cavallo di battaglia di Berlusconi, il “partito come elemento di trasformazione della società” e una promessa: “Noi presenteremo 100 fatti”. Applausi scroscianti, il segretario scappa per prendere l’aereo e nel Pd la tensione torna alle stelle, a pochi giorni dalla presentazione delle liste.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI