Reset, il contratto è inadeguato ed è boom di straordinario - Live Sicilia

Reset, il contratto è inadeguato ed è boom di straordinario

La media è di oltre 10 mila ore al mese. Mineo: “Adeguare i rapporti con le aziende”

PALERMO – Oltre 94 mila ore da gennaio a settembre, per un costo di 1,2 milioni di euro in appena nove mesi. Lo straordinario alla Reset praticamente è di casa e a dirlo sono i numeri che i vertici della società consortile del comune di Palermo hanno messo nero su bianco in una lettera della scorsa settimana indirizzata alla Ragioneria generale e, per conoscenza, ad assessori, dirigenti e consiglieri comunali.

Quattro pagine di numeri e tabelle firmate dalla presidente del collegio sindacale, Pietra Schillaci, che fotografano la situazione paradossale di una delle partecipate di Palazzo delle Aquile, sorta sulle ceneri di Gesip: troppi compiti, troppi servizi e troppe poche ore previste dal contratto. Il risultato è che, fra l’emergenza cimiteri e il canile, per non parlare del verde, le maestranze della Reset sono chiamate ad andare ben oltre il proprio orario di servizio. Nei primi nove mesi del 2022 le ore di straordinario sono arrivate a 94.172, per un costo di quasi 1,2 milioni; cifre che, considerando l’ultimo trimestre ancora in corso, non potranno che aumentare ma che non devono sorprendere se si considera che i 1.235 dipendenti fanno solo 34 delle 40 ore settimanali che dovrebbero, essendo tutti part time al 75%.

Il punto è che ci sono settori comunali che ormai poggiano in gran parte proprio sul personale Reset e quindi è inevitabile uno sforamento del contratto. Un esempio? Al cimitero il personale Reset dovrebbe fornire solo un supporto ai dipendenti diretti di Palazzo delle Aquile, ma “negli anni tale situazione è profondamente mutata – scrive la presidente del collegio sindacale – in quanto sono venuti a mancare i dipendenti titolari del servizio che, pertanto, viene svolto esclusivamente dalle maestranze Reset”. Il Comune chiede che venga coperto il servizio dalle 7 alle 14.40 di tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, ma gli operai Reset in teoria dovrebbero staccare alle 12.40; il risultato sono 16.362 ore di straordinario da gennaio a settembre al costo di 207 mila euro.

Non va meglio al canile dove c’è una reperibilità 24 ore su 24 per l’accalappiamento: 18.296 ore per 232 mila euro. E ancora il verde con 15.755 ore e 200 mila euro per attività che Rap richiede per lo più il pomeriggio; oltre 8 mila ore per lo spazzamento; le sanificazioni legate al Covid con 4.693 ore e quasi 60 mila euro; più di 10 mila ore per la pulizia dei seggi elettorali di Regionali e Politiche; quasi 3 mila ore per manutenzioni dei beni confiscati. Una situazione difficile da gestire per una società che non solo non dirigenti e quadri, ma da settembre neanche un amministratore unico. Da qui la richiesta di “un profondo intervento da parte dell’amministrazione comunale, non più procrastinabile”.

“La situazione purtroppo la conosciamo ed è parte dell’eredità lasciata dalla precedente Amministrazione – spiega l’assessore al ramo Andrea Mineo – Siamo di fronte a un contratto che sulla carta dura fino al 2025, ma che di fatto scade ogni anno perché vanno stanziate le somme necessarie: dei 44 milioni che il Comune dovrebbe erogare, si arriva solo a 31 e quindi lo straordinario è fisiologico. Per questo stiamo compiendo una due diligence su tutte le aziende che ci porti alla revisione dei contratti di servizio e quindi alla certezza delle risorse a disposizione”.


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