Reset sul piede di guerra| Scontro sindacati-Comune - Live Sicilia

Reset sul piede di guerra| Scontro sindacati-Comune

Le organizzazioni dei lavoratori annunciano manifestazioni di massa

PALERMO – I lavoratori della Reset tornano sul piede di guerra, minacciando scioperi e manifestazioni alla vigilia del bilancio 2019. E’ questa la decisione presa dalle organizzazioni sindacali della società consortile del Comune di Palermo che, dopo il rinvio dell’incontro con l’amministrazione dello scorso 7 maggio, il 9 si sono riunite firmando un documento comune per esigere il ritorno alle 40 ore settimanali, in base agli accordi del 2014. “Chiediamo con urgenza di incontrare l’amministrazione attiva – avevano scritto Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Cisal Fiadel, Asia, Alba Cub, Usb e Ursas Cisas – prima di ogni determinazione del bilancio in approvazione, nonché di eventuali modifiche dei contratti di servizio per verificare ipotetici ed eventuali interventi che l’amministrazione avrebbe intenzione di attivare unilateralmente”. “Non è accettabile – continuavano i sindacati – subire continui rinvii: se l’incontro richiesto non dovesse realizzarsi entro il 20 maggio, saranno messe in atto tutte le azioni di protesta, concordate con i lavoratori. L’amministrazione ha il dovere morale di cogliere il grande senso di responsabilità fin qui dimostrato dai dipendenti e dai sindacati”.

Ma l’incontro non è mai stato convocato e così i sindacati scelgono la linea dura. “Tutte le organizzazioni sindacali all’interno di Reset hanno stilato un documento unitario da sottoporre all’amministrazione comunale che continua a non considerare la vertenza in questione un punto cardine per i servizi da rendere alla cittadinanza – spiega Salvo Barone di Asia – È inconcepibile che si vada avanti, di rinvio in rinvio, senza considerare che la situazione dei lavoratori è ferma al 2014 ma allo stesso tempo si continua a utilizzarli sponsorizzando progetti di pulizia straordinaria della città, quando invece i servizi dovrebbero essere organizzati in maniera strutturale e costante. È per questo che abbiamo chiesto, senza risposta, l’ennesimo incontro all’amministrazione comunale prima che si approva il bilancio previsionale 2019 e che vengano abbozzati i nuovi contratti di servizio delle partecipate perché nessuno può pensare di prospettare soluzioni decise unilateralmente, quando ormai da anni è evidente a tutti che i servizi sono pessimi così come le condizioni dei lavoratori”.

“L’evoluzione della vertenza dimostra che l’unica soluzione sono le manifestazioni di massa che, con grande senso di responsabilità, fino ad oggi avevamo deciso di non fare – conclude Barone – Troppo tempo è passato, troppe soluzioni sono state prospettate, troppo ipotesi sono state avanzate ma allo stato attuale le condizioni dei lavoratori permangono inalterate”.


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