"Rete fognaria, lavori subito |Una nuova strada per l'Etna" - Live Sicilia

“Rete fognaria, lavori subito |Una nuova strada per l’Etna”

L'intervista a Enzo Bianco. "Le opere inserite nel patto sono in avanzato stato di progettazione".

Patto per Catania
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Sindaco Bianco, di “patti” e di annunci da queste parti ne abbiamo visti tanti. Non c’è il rischio anche stavolta di avere, parafrasando un vecchio film, “sotto la firma niente”?

“Io ho una lunga esperienza e so che uno dei nemici più invincibili anche delle migliori idee e dei migliori progetti sono i conflitti burocratici per le competenze. Non ha idea di quante volte ho visto naufragare bei progetti su questo. La cosa efficace è che per tutti questi progetti abbiamo un interlocutore unico che è la cabina di regia alla presidenza del Consiglio, guidata dal sottosegretario Claudio Di Vincenti. E poi c’è un’altra cosa concreta che fa ben sperare”.

Quale?

“Che i progetti inseriti sono in avanzato stato di progettazione. Niente progetti di massima o idee, ma progetti che possono essere operativi entro un ragionevole lasso di tempo. Tutte le risorse devono essere spese entro il 2020 e una parte significativa entro il dicembre 2017”.

Dicembre 2017 significa un anno e mezzo, in così poco tempo si può fare?

“Tutta la somma no, a me piacerebbe molto, ma io penso che ragionevolmente un quarto delle somme previste per Catania potrebbe essere speso. Abbiamo una parte di progetti esecutivi già pronti per andare in gara, mi riferisco per esempio alla rete fognaria. Catania e i comuni limitrofi scaricano l’80 per cento a mare o a perdere. Io penso che entro un anno potremmo iniziare i lavori”.

Si tratta di una delle famose opere finanziate dal Cipe anni fa (più di un miliardo fu destinato alla Sicilia) e mai realizzate per la depurazione delle acque?

“Il depuratore a Catania l’abbiamo. E il progetto prevede che le acque depurate finiscano nel sistema irriguo della Piana di Catania, che ha una fame d’acqua atavica. Ci sono 213 milioni per una prima tranche e 80 milioni per la seconda tranche. La progettazione la completiamo noi con la Sidra, azienda in house”.

Ma a quanto ammonta complessivamente il “Patto per Catania”?

“La somma complessiva è 740 milioni. A cui sono da aggiungere altri 49 milioni che saranno operativi quando sarà operativo il patto con la Regione siciliana. Cinque sono i settori prioritari. Il primo è le infrastrutture, tra l’altro c’è una superstrada a quattro corsie Catania-Etna, che bypassa i paesi che oggi sono attraversati dalla strada esistente. Poi ci sono interventi sul porto in particolare il Molo di Levante e il completamento della metanizzazione della città. Seconda area d’intervento è l’ambiente, prevalentemente la depurazione, ma anche la fortificazione dei corsi d’acqua”.

Per non avere più un fiume in via Etnea quando piove?

“Sì, per evitare allagamenti. Va completato il canale di gronda e ci saranno interventi nella zona industriale. La terza linea del patto è quella dello sviluppo economico e produttivo. Tra le altre cose nascerà un’agenzia, si chiamerà Vulcano, per aiutare le pmi a crescere. C’è la disponibilità dell’ingegnere Pasquale Pistorio per presiederla. Il quarto asse è quello della cultura, con il completamento del complesso dei Crociferi per ospitare una sezione staccata del Museo egizio di Torino. Prevediamo anche di aprire un teatro a Librino. L’ultimo asse è quello relativo a sicurezza e politiche sociali: prevediamo orti sociali a Librino, cinquanta ettari abbandonati diventeranno orti urbani, affidati a condomini, scuole parrocchie, cooperative. E poi alloggi per l’inclusione sociale e delle misure per i rom per togliere i campi abusivi”.

Sindaco, ma chi li mette davvero i soldi? C’è qualche euro nuovo o sono tutti fondi che già c’erano?

“In parte sono soldi nostri, per esempio che vengono dal Pon Metro, circa 90 milioni di euro. In totale 408 milioni erano già a disposizione di Catania. Mentre 332 li assegna Palazzo Chigi, sono fondi Cipe che attingono a vari finanziamenti”.

Il presidente della Region Puglia Emiliano è stato molto critico e non ha voluto firmare il “patto”. Dice che in realtà Roma dà solo quel che è dovuto al Sud, anzi, pure meno. Lei non la pensa così?

“In questo momento qualunque cosa a Emiliano non va bene. Ho molto affetto per lui, è stato un ottimo sindaco ma in questo momento qualunque cosa gli viene da Palazzo Chigi non gli va bene”.

Sì, ma nel merito, lui dice: questi sono soldi che comunque ci spettano…

“A Catania non era così: 332 sono finanziamenti aggiuntivi. Mi permetto di aggiungere che se funziona la cabina di regia è una cosa importante, in generale, per le opere pubbliche. Verificheremo che poi agli impegni presi seguano i fatti. Così come Palazzo Chigi si riserva di verificare. Ma oggi anche i matrimoni sono salvo verifica, figuriamoci i patti”.

I sindaci hanno lamentato difficoltà nel rapporto con la Regione. Qual è il suo giudizio al riguardo?

“Non ne faccio un’accusa specifica. Ma devo dire dal profondo del mio cuore che noi abbiamo fatto un pessimo uso della specialità del nostro statuto. Un sindaco come me rimpiange di non essere sindaco di una regione a statuto ordinario. Molte cose che altrove sono partite da noi diventano complicate. È ovvio che in questo momento c’è competizione tra le grandi città del paese, pensate alla possibilità di un grande investimento da realizzare in una città del Sud: io competo con Bari o con Napoli. Lì però le città metropolitane sono partite, qua ancora non sappiamo nemmeno come sarà nominato un sindaco”.

C’è chi ha detto che siamo arrivati a questo per fare un “dispetto” a lei e a Orlando…

“Mi sembra un ragionare in modo inappropriato. Io tra qualche tempo non sarò più sindaco ma non si fanno le riforme sulla simpatia o antipatia”.

Non sarà più sindaco perché farà altro? Magari a Palazzo d’Orleans?

“Spero di fare il sindaco per altri sette anni. Spero che si facciano in quest’ultimo stralcio di legislatura, dopo tanta cocente delusione, riforme necessarie per recuperare competitività. Secondo me la Regione dovrebbe fare un’energica cura dimagrante. Io ho retto il comune di Catania con 14 dirigenti, la Regione ne ha duemila. Una parte delle competenze dovrebbero essere trasferite ai Comuni, trasferendo anche personale. Questa elefantiasi è la causa principale dell’inefficienza e della corruzione che c’è in Sicilia”.

Quindi non pensa a candidarsi a governatore? Lei è un papabile…

“No, l’ho detto a tutti. Sto impostando un programma serio per completare il lavoro nella mia città e non bastano due anni e mezzo. Questo è un mio obiettivo”.

 

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