Riapriamo ed ecco le multe | Noi, commercianti tartassati - Live Sicilia

Riapriamo ed ecco le multe | Noi, commercianti tartassati

Non voglio rispettare le regole? Aprite un'attività e poi ne parliamo.

DALI' A QUI
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2 min di lettura

Cari sceriffi, ma non vi pare male?

Riaprono le attività e vai con le multe!

Sembra che spasimassero di rivedere le saracinesche alzate per armarsi di divise, leggi, leggine ed autorità e multare tutti. Siamo alle solite. Siamo un Paese nemico del commercio, ostile ai commercianti. Il rischio d’impresa qua vuol dire un’altra cosa, vuol dire che a fare impresa, in qualsiasi settore, si rischia il crepacuore ogni volta che questi qua mettono piede nella tua azienda.

E se qualcuno di voi lettori, armato invece di perbenismo, volesse contestarmi e tacciarmi di scarso senso delle regole, faccia pure.

Ma mi faccia anche una cortesia: provi a mettere su un’attività commerciale, di qualsiasi tipo, e poi ne riparliamo.

Provi a relazionarsi con l’elefantiasi di leggi e regole e divieti e regolamenti, che ad andarci dietro ci vorrebbe un avvocato in tasca, ma uno bravo; e non è detto che si possano osservare tutte.

Provi a subire l’insolenza di chi entra con protervia nel suo negozio e “si mette a scrivere”, senza concedere margini al buon senso; senza dire “buon giorno e buona sera”, neanche avesse al cospetto il più crudele dei delinquenti.

Provi a pagare multe salate per quisquilie (magari scovate proprio in mezzo all’elefantiasi di cui sopra), rispetto alle quali potrebbe essere sufficiente una diffida oppure, perché no, una pacca sulle spalle, un sorriso bonario e la raccomandazione garbata di mettersi a posto.

Provi, provi.

Provi ad alzarsi la mattina per affrontare una durissima giornata da commerciante e a subire l’albagia dello sceriffo di turno, senza poter fare altro che tacere, accondiscendere ed inghiottire rabbia ed impotenza (le persone perbene, lavoratori semplici e semplicioni, solitamente fanno così). Provi.

Provi a chiedersi come mai lo trattano così, lui che in fondo è uno che si busca la pagnotta, magari dà lavoro ad altri, paga le tasse o quelle che può; lui che altrimenti dovrebbe andare a lavorare (e, si sa, un posto a muro dalle nostre parti lo trovano tutti) oppure a rubare. O a darsi fuoco (dimenticavo la terza opzione).

Provi. Provi cosa vuol dire essere multato perché il cartello “Vietato fumare” non era esposto nel posto giusto (fatto realmente accaduto).

Sì, perché di questo si tratta.

E poi provi a subire tutto questo alla ripresa dal lockdown, dopo settimane di fame, paura e disperazione. Settimane in cui lo Stato, che adesso lo addenta, gli aveva tirato un pezzetto di pane duro appena.

Lo provi, e poi ne riparliamo.

Intanto, io lo ribadisco: siamo un Paese che “taglieggia” i commercianti, i quali, poveretti, danzano macabramente tra il pizzo dei mafiosi e lo soverchierie dei giusti.

In mezzo, il silenzio degli innocenti.


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