“Purtroppo assieme a Sicilia e Calabria abbiamo un tasso di vaccinazioni inferiore del dieci per cento rispetto alla media italiana e un tasso di incidenza del virus molto elevato. Molto meno di Austria e Germania ma un dato comunque preoccupante”. Sono le parole scoraggianti del presidente della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, che ospite alla trasmisisone Otto e mezzo su La7 ha sottolineato la preoccupazione per una situazione che, come in Sicilia, fa temere l’arrivo di una nuova ondata del Covid con inevitabili nuove misure restrittiive per fronteggiare il virus. “In venti comuni – ha precisato – il rischio è ancora più elevato, per cui ho appena firmato un’ordinanza con nuovi provvedimenti che servono proprio ad evitare un nuovo lockdown”.
I comuni che rischiano di più
Anche nell’Isola che ieri ha registrato 514 nuovi contagi, ci sono dei territori particolarmente colpiti dalla pandemia. Zone in cui il Covid continua a diffondersi anche per il basso numero di vaccinati. Una ventina di comuni, tra la provincia di Catania, il Palermitano e la provincia di Messina, che rischiano più degli altri di finire in zona arancione. In molti casi la percentuale di vaccinati non arriva al 70 per cento, numeri che secondo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico potrebbero provocare nuove ordinanze e restrizioni volte a fronteggiare l’escalation dei contagi. Per questo la regione resta sopra la quota dei cinquecento casi giornalieri, con un’incidenza salita 3,7 per cento rispetto al 2,5 per cento di due giorni fa. L’isola è al sesto posto per contagi, con una campagna vaccinale ancora a rilento rispetto alla media nazionale. Insomma, il virus rialza la testa in tutta la regione, colpendo alcune province in particolare.
L’ultimo bollettino
Soltanto ieri, ad esempio, a Palermo sono stati registrati 175 nuovi casi. A Catania 174, a Messina 55. Enna è la zona col numero di positivi più basso: nella giornata di ieri i casi nuovi erano dieci, ma si attendono i dati aggiornati alle ultime ventiquattro ore. L’incidenza dei casi di Coronavirus, in generale, è quindi tornata a crescere e l’incremento riguarda tutta Italia, non risparmiando l’Isola dove è già partita la somministrazione delle terza dosi agli over 40. Circa cinquecento quelle somministrate ieri all’hub della Fiera di Palermo.
La terra dei No Vax
In Sicilia i vaccinati con prima dose si attestano all’80,67% del target regionale, gli immunizzati sono al 76,67%. Le terze dosi finora somministrate sono 62.914 (pari allo 0,93% delle somministrazioni complessive)”. Così il Dasoe, il dipartimento della Regione che studia e monitora il Covid, qualche giorno fa. Sono ancora troppo pochi, nonostante le molteplici possibilità di vaccinazione, negli hub, nei quartieri, a domicilio. Secondo l’ultimo report nazionale, la Sicilia ha somministrato l’89,5 per cento delle dosi consegnate, una percentuale da ultimi posti, mentre la media nazionale viaggia al 91,5 per cento. Molti anziani sono ancora scoperti. Tra i 40 e i 49 anni c’è una percentuale del 75 per cento di immunizzati, che non arriva all’ottanta per cento tra i 50 e i 59 anni. Dati bassi rispetto agli altri, che creano una inevitabile preoccupazione.
Sicilia, l’appello a vaccinarsi
L’appello alla vaccinazione arriva in particolare dagli ospedali. “Non bisogna perdere tempo con le terze dosi – dice la dottoressa Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzione del pronto soccorso Covid del ‘Cervello’ -. Chi ha fatto la seconda dose da sei mesi e un giorno, vada a vaccinarsi. Il momento è delicato, siamo nel pieno della quarta ondata. Ci sono persone che ritardano, che ci pensano, che aspettano…. E’ necessario proteggersi per evitare la crescita dei ricoveri”. Il presidente della Regione Nello Musumeci parla di una ‘necessità’, non più di una opzione: “Quanti morti ancora devono esserci perché qualcuno si convinca che al vaccino non c’è alternativa?”.
Le restrizioni in Alto Adige: “Così evitiamo il lockdown”
Appelli che tentano di evitare nuove restrizioni che in tanti credono di essersi lasciati alle spalle, specialmente in vista delle festività. Nel frattempo, come annunciato, in Alto Adige tornano le mascherine all’aperto. Sui mezzi pubblici va indossata la Ffp2, mentre nei Comuni ‘rossi’ i bar e ristoranti devono chiudere alle 18 e scatta il coprifuoco dalle 20 alle. Alcune misure riguardano tutta la provincia, altre solo i comuni più a rischio. L’obiettivo resta quello di evitare un nuovo lockdown.