VILLAGRAZIA DI CARINI – La bara di Grazia Bruno potrebbe essere riaperta. La vicenda della donna di 68 anni morta per un tumore al pancreas a Villagrazia di Carini, nel Palermitano, non si è conclusa con il suo funerale, celebrato dopo otto giorni di “veglia” in cui i figli ed il marito non hanno mai smesso di credere che fosse ancora viva.
Che avrebbero vissuto con il “rammarico”, l’avevano già detto più volte il giorno della cerimonia, dopo l’ordinanza del sindaco di Carini, Giuseppe Agrusa, in cui era stata disposta la sepoltura. Ad accertare la morte della 68enne – sul quale corpo non si era presentato alcun segno di decomposizione – erano stati due medici legali ed un cardiologo, quest’ultimo aveva anche effettuato l’elettrocardiogramma per venti minuti, non rilevando alcuna attività cardiaca.
Eppure, i familiari di Grazia Bruno non hanno mai abbandonato l’idea che la donna sarebbe stata sepolta viva. E ancora oggi, non si sono rassegnati, ribadendo in diretta a “Pomeriggio Cinque” di volere “controllare se la madre è morta veramente”. “La salma si trova nel deposito del cimitero di Carini – ha spiegato il sindaco durante la trasmissione e poi confermato a LiveSicilia – e sarà tumulata soltanto il prossimo mercoledì, perché il Comune concederà un loculo trentennale: loro non posseggono una tomba di famiglia. Ho quindi pensato che accoglierò la loro richiesta, non vedo il motivo per dire di no. La riceverò già domattina e la inoltrerò all’Asp. Vedremo come procedere. Sarà ovviamente necessario anche il benestare del magistrato, in caso positivo si procederà all’apertura. Se sarà possibile, soddisferemo quindi la loro curiosità, visto che non si danno pace”.