Seggi, sberleffi, ambizioni: il 'Catemoto' non molla

Seggi, sberleffi, ambizioni: il ‘Catemoto’ non molla

Il 'ribaltone'. la campagna per il futuro. Mentre gli avversari di 'Scateno'...
ARS E DINTORNI
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Non pensate che sia una nuvola passeggera. E nemmeno una lieve increspatura nell’ordito del potere. Perché si può amarlo o detestarlo (le mezze misure non sono comprese). Si può considerarlo un profeta politico o una delle tante maschere da consegnare al museo delle cere. Ma una cosa sembra assodata: Cateno De Luca punta a durare, a esserci, a distillare il Deluchismo negli anni a venire. Che poi ci riesca è un altro discorso. Tuttavia, lui non si fermerà, con le sue ragioni e con i suoi torti. E’ un uomo assetato di riscatto, a caccia di rivincite, e si sente investito di una missione epica. Una ripulita ad alcuni toni inaccettabili ed eventuali autogol degli avversari in campo potrebbero concedergli una seconda occasione.

Il sentimento di rivalsa, carburante di uno ‘Scateno’ che non dorme mai, mangia negli autogrill e manda tutto in diretta social, si è acceso, per esempio, nel post pubblicato appena ieri su Facebook: “A Messina si è chiusa un’era! È arrivato oggi l’esito del procedimento ordinario, avviato d’ufficio, che ha assegnato il terzo seggio per la lista De Luca sindaco di Sicilia decretando l’ingresso al Parlamento siciliano del consigliere comunale Alessandro De Leo. Così come avevo preannunciato a giugno 2018 appena appreso l’esito della mia vittoria a sindaco di Messina si è compiuto l’azzeramento della vecchia classe politica che ha fatto le proprie fortune scambiando le istituzioni per un bancomat politico. Ora possiamo affermare che Messina è stata definitivamente liberata”.

E’ la chiosa al ribaltone dell’Ars che abbiamo raccontato. Un ‘Catemoto’ in sedicesimi che ha provocato l’esclusione di Luigi Genovese: nome di un certo peso, specialmente nella zona. E basta dare un’occhiata ai commenti sui social che inneggiano, che palpitano di aficionados festanti, manco avesse segnato la squadra del cuore. Un inedito è la folla, più o meno volatile, che non abbandona il secondo posto e si rifiuta di salire sul carro, peraltro già pienissimo, del vincitore. E sono tutti siciliani affamati, arrabbiati, Deluchizzati.

C’è, infatti, una Sicilia affamata, arrabbiata, Deluchizzata. Che osserva le manfrine, in casa del centrodestra, sugli assessorati, sugli strapuntini, sui soliti giochini di Palazzo, dove, magari, si finge inimicizia per accedere meglio a una collettiva spartizione. Al contempo, il centrosinistra, offre lo spettacolo di un’agonia politica che avrà bisogno di anni di terapie. E’ il potere che crede di avere infinite clessidre a disposizione. Ma questa Sicilia derelitta, in cerca di una terra promessa, non è un fenomeno labile. La fame (purtroppo) ne accrescerà i lamenti e le grida, se non ci saranno risposte. E la speranza che ci siano immediate soluzioni per le domande angosciose della paura di tutti non sembra davvero a portata di mano. (Roberto Puglisi)


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