PALERMO – Il Tar di Palermo ha accolto il ricorso di un giovane di 28 anni che non era stato ammesso all’orale dell’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. Il candidato, esercitato il diritto di accesso agli atti, ha scoperto che i giudizi formulati in calce ai compiti erano sottoscritti anche da un componente della commissione che risultava essersi allontanato in precedenza. Con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, il ragazzo ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento che lo escludeva dall’ammissione alla prova orale. Si è costituito in giudizio il ministero della Giustizia per chiedere il rigetto del ricorso. Il Tar ha invece ritenuto fondata la censura formulata dagli avvocati, ha accolto la domanda cautelare avanzata dai difensori e ha ordinato all’amministrazione di riesaminare nuovamente gli elaborati del ricorrente “con l’osservanza di ogni modalità utile a garantire l’anonimato degli elaborati da parte di una commissione in composizione diversa rispetto a quella che aveva effettuato la prima valutazione”.
Il giovane, che non era stato ammesso all'orale dell'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, ha scoperto che i giudizi formulati in calce ai compiti erano sottoscritti anche da un componente della commissione che risultava essersi allontanato in precedenza.
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