Ricorso al Tar di Catania |Rilievi di competenza - Live Sicilia

Ricorso al Tar di Catania |Rilievi di competenza

Sarà il Tar di Palermo che dovrà decidere sulla sede competente del ricorso amministrativo contro il commissariamento delle Province.

abolizione province
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CATANIA – Sollevata dall’avvocatura dello Stato, sceso in campo in favore della Ragione siciliana, una eccezione sulla competenza territoriale del Tar del capoluogo etneo circa l’impugnazione del decreto di commissariamento della Provincia di Catania, e di tutte le altre province siciliane, avanzato nei scorsi giorni dai consiglieri provinciali uscenti Giacomo Porrovecchio, vicino al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, e Claudio Milazzo del Pdl. Una iniziativa che ha visto tra i ricorrenti anche l’Unione Province italiane e l’Unione regionale Province siciliane, con la consulenza legale dei costituzionalisti in forza dell’ateneo catanese Felice Giuffrè e Ida Nicotra, uno dei trentacinque saggi chiamati a riformare la Carta fondamentale della Repubblica italiana.

La decisione sulla sede competente del procedimento dovrebbe arrivare presumibilmente entro la fine di luglio. Una decisione che non preoccupa affatto il legale Felice Giuffré: “Quella di oggi è una decisione preliminare e interlocutoria -spiega a LiveSiciliaCatania- ma non siamo ancora nel merito delle faccenda. Noi riteniamo che la competenza sia comunque sua Catania. Ad ogni modo -sottolinea Giuffrè- ci auspichiamo, qualunque sia il tribunale competente, che venga sollevata la questione di costituzionalità sulla legge 7/2013, in quanto palesemente illegittima”.

Parla apertamente di “vittoria” Giacomo Porrevecchio che a LiveSicilia ha così commentato la decisione dei giudici: “É una implicita ammissione che abbiamo ragione. Infatti, pur di non entrare nel merito della faccenda, si è deciso di prendere del tempo. Quella di oggi è comunque una vittoria per noi e, anche se non sono un esperto di giurisprudenza, resto convinto della bontà delle nostre argomentazioni”. Porrovecchio, nonostante l’ottimismo del caso, non nasconde un certo grado di amarezza: “La giustizia italiana non va, le carte come valgono per Catania valgono per Palermo. Queste sono lungaggini inutili. La stessa cosa -conclude- avviene per i processi penali”.

 

 


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