Oltre 140 rider controllati nel fine settimana fra Palermo e Catania. L’onda lunga dell’inchiesta della Procura di Milano raggiunge anche la Sicilia. Nell’Isola non operano i fattorini che consegnano cibo a domicilio per conto di Uber Italy, la filiale italiana del gruppo americano commissariata dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano. L’ipotesi è che i lavoratori siano stati sfruttati e malpagati. Durante il fine settimana i carabinieri del Comando Tutela Lavoro hanno intervistato i fattorini delle altre piattaforme virtuali del food delivery presenti a Palermo e Catania.
La stragrande maggioranza ha escluso episodi di sfruttamento, sottolineando la libertà anche di rifiutare le chiamate. Sono però emersi dei particolari che meritano degli approfondimenti investigativi soprattutto nei rapporti fra i fattorini e i singoli operatori commerciali. In alcuni casi si potrebbero ipotizzare l’esistenza di rapporti di lavoro subalterno fra chi consegna il cibo e singoli titolari di locali. Solo dopo avere chiarito queste situazioni si potrà procedere ad eventuali contestazioni, molte delle quali legate al mancato rispetto delle norme anti Coronavirus. In molti dei 141 controlli è emerso il mancato rispetto dei protocolli sanitari. A cominciare dall’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, come mascherine e guanti.