"Rifiuti, c'è una mano criminale| I palermitani ora denunciano" - Live Sicilia

“Rifiuti, c’è una mano criminale| I palermitani ora denunciano”

Parla Leoluca Orlando. "Festino specchio della città. La Santuzza ci liberi dalla paura per il diverso"

L'intervista
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Sindaco Leoluca Orlando, quello di oggi, in una città che per giorni è stata invasa dalla spazzatura, sarà il Festino più maleodorante della storia recente di Palermo?
“Sarà un Festino come sempre specchio della città. Che registra una svolta radicale nei comportamenti dei palermitani. Che hanno raccolto al di là di ogni aspettativa il mio appello a denunciare gli incivili che massacrano la nostra città e rendono inutile l’impegno della Rap. Noi ormai mandiamo le foto con volti e targhe alla procura della Repubblica. Io mi sono convinto che dietro questo ci sia certamente un malcostume diffuso, ma credo anche un’organizzazione criminale che ho chiesto alla magistratura se abbia collegamenti con i quattro incendi in trenta giorni che si sono verificati a Bellolampo”.

Lei sta parlando di un complotto, mettendo insieme gli incendi e qualcuno che conferisce i rifiuti in discariche abusive…
“Io dico che ci sono gli speculatori di sempre che sperano di mettere le mani sulla gestione pubblica dei rifiuti, un’anomalia che invece a Palermo deve rafforzarsi e non cedere a questi ricatti. Quest’anno il Festino è il Festino dell’inquietudine. In passato c’era forse paura di denunciare, noi adesso siamo fortemente incoraggiati ad andare avanti. Stiamo mettendo in atto tutte le misure. Ho ritenuto opportuno un ricambio nella polizia municipale, con tutto l’apprezzamento per i dirigenti precedenti, ma anche con la voglia di voltare pagina”.

Sindaco, sì, ci sono stati gli incendi, sì, è vero che c’è per lo meno un problema di scarsa educazione alle norme sul conferimento, ma non c’è anche un problema di raccolta dei rifiuti? Abbiamo visto spazzatura accumularsi per giorni…
“Perché si è interrotto il conferimento per via dei problemi a Bellolampo e se si interrompe il conferimento si interrompe la raccolta. Qualche farabutto mi diede il benvenuto nel 2012 dando fuoco a Bellolampo. E noi abbiamo capito che non sono certamente incendi fortuiti. E chiediamo l’intervento della magistratura per capirne di più”.

Al di là di questo, la città…
“Al di là di questo, i ristoranti hanno il tutto esaurito e Palermo è stata a Pasqua la terza città turistica italiana dopo Roma e Firenze, prima di Venezia”.

Sta dicendo che il momento è positivo comunque?
“I momenti sono negativi quando non si intravedono le soluzioni, Noi abbiamo individuato la carenza dei controlli della polizia municipale, carenza dovuta a mancanza di personale. Io mi associo all’appello del presidente della Rap ai dipendenti. Al tempo stesso la campagna di lotta contro gli incivili mi vede soddisfatto perché c’è un risveglio sui social contro questi comportamenti selvaggi. E tra coloro che sporcano sono certo che scopriremo che c’è qualcuno che critica l’amministrazione perché la città non è pulita. Abbiamo scoperto che ci sono anche fior di commercianti che affidano al conferimento in discariche abusive i loro rifiuti”.

Ha citato il presidente della Rap. Quello che ha detto che siccome i cestini si usavano impropriamente andavano tolti. Non fu un’uscita un po’ infelice?
“Il presidente della Rap è fortemente impegnato e con le sue parole ha sottolineato una situazione assurda che è quella di chi usa i cestini “getta carta” al posto dei cassonetti. Sappiamo tutti che serve più impegno e per questo lui ha rivolto un appello ai lavoratori. Ma se qualcuno ha altri interessi e boicotta l’azienda perché passi in mano ai privati sarà licenziato prima”.

Visto che lei sposta la responsabilità del problema rifiuti dall’amministrazione ai cittadini, o almeno anche a loro, qual è i problema dei palermitani secondo lei?
“Che fino adesso c’è stata una positiva reazione di indignazione. Ora però chi non ha una crisi di coscienza intanto si becca un processo penale”.

Passiamo da Palermo al Palermo, cioè alla squadra di calcio. Avete approntato il bando e si dovrebbe ricominciare. La nuova società diventerà un altro tram per avventurieri, indigeni o importati?
“Mi pare che i criteri che abbiamo introdotto siano rigorosi. Intanto diciamo subito che non è un bando ma un avviso di disponibilità, per favore siamo precisi su questo. È l’unico caso previsto in cui l sindaco ha un ruolo, cioè se cessa la squadra potrebbe scegliere chi vuole. Ho voluto evitare che la scelta fosse fatta da quattro amici al bar. Non ho incontrato nessuno né incontrerò nessuno. Ho fatto piuttosto un bando…”.

Un avviso.
“Giusto, un avviso con criteri rigorosi. Primo: l’onorabilità, secondo l’affidabilità finanziaria. Incluso un piano triennale di costi e ricavi perché si possa almeno avere il passaggio alla C, tra i professionisti. Poi abbiamo indicato criteri di valutazione positiva: io valuterò positivamente quelle proposte che non coinvolgano proprietà che hanno il controllo di fatto di società di A, B e C. E aggiungo che il calcio non può essere un pretesto per speculazioni immobiliari o in attività che non abbiano niente a che fare con lo sport. Se qualcuno pensa di utilizzare la squadra di Serie D per mettere le mani sulla città è meglio che cambi squadra e città. Infine, abbiamo indicato come criterio positivo anche una quota di azionariato popolare”.

Ma questa della cancellazione della squadra è una ferita che non si poteva evitare?
““Il tema vero è che come lei sa e come i tifosi sanno questa vicenda è finita dentro un vortice di finti compratori, personaggi mascherati, avventurieri di passaggio. È da mesi che manifestavo preoccupazione ma fino ad ora non ho potuto fare altro. Ho detto chiaramente a tutti che incontravo solo le persone indicate dagli organi nazionali di governo del calcio. Devo dire però che c’è differenza tra quanto è successo 32 anni fa e oggi. Allora si è persa la Serie B e un anno. C’era grande rabbia della tifoseria. Questa volta c’è stata grande frustrazione ma non rabbia perché questi balletti surreali probabilmente hanno disaffezionato i cittadini rispetto a questa compagine ma non rispetto ai colori rosanero”.

Forse c’è anche una certa rassegnazione, nel senso che l’epilogo non ha stupito più di tanto.
“Sì, è da mesi che assistiamo a balletti surreali”.

Cambiando argomento, e parlando del suo esposto in tema di migranti, le chiedo fino a dove è disposto ad arrivare Leoluca Orlando nello scontro contro il governo?
“È molto semplice. Sulla materia dei migranti io tengo posizioni rigorosamente istituzionali. Io rilascio certificazioni anagrafiche, siccome conosco la Costituzione, perché in un’altra vita insegnavo Diritto Costituzionale, qualche articolo l’ho letto. E la Costituzione dice esattamente il contrario di quanto qualcuno vorrebbe farci credere, dice che è obbligatorio salvare chi è in pericolo. Detto questo e andando oltre i formalismi, io ho reso visibili gli invisibili. E questo consente loro di pagare le tasse e non lavorare in nero: la visibilità delle persone è elemento fondamentale per la sicurezza. Se una persona è invisibile e lavora in nero, sia egli straniero in italiano, diventa elemento di pericolosità perché facilmente preda delle organizzazioni criminali. Sulla questione dell’anagrafe i tribunali di Firenze e Bologna hanno dato ragione alla mia impostazione”.

Sì, questo per quanto riguarda i certificati anagrafici, io le chiedevo del caso Sea Watch.
“A me è sembrato che fosse doveroso un esposto alla procura della Repubblica perché valuti eventuali comportamenti illeciti che hanno impedito alla comandante della Sea Watch il dovere di salvare i naufraghi. Perché le leggi e la Costituzione prevedono che il comandante di una nave deve salvare un essere umano in pericolo e portarlo in un porto sicuro, salvare sia il migrante nero sia il crocierista giallo. Salvini voleva si portassero in Libia dimenticando che il ministro degli Esteri del suo stesso governo pensa che la Libia non sia un porto sicuro”.

Che cosa chiederà stasera alla Santuzza?
“Di far sì che le ragioni di sofferenza di questa città ci spingano tutti ad essere migliori e cercare il bene per la comunità, che le ragioni di sofferenza non diventino mai paura per il diverso, quella paura che produce odio e violenza”.


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