Le vicende dell’Amia somigliano sempre di più al leggendario vaso di Pandora, il contenitore che, una volta aperto, dispensa problemi di tutti i tipi. Nonostante la delibera della giunta comunale per anticipare le somme necessarie alla ex municipalizzata per pagare gli stipendi ai netturbini (secondo le disposizioni dell’ordinanza della Protezione civile firmata dal presidente del Consiglio), la situazione non si è sbloccata. I dipendenti continuano a lavorare senza copertura assicurativa, senza stipendio, tra mezzi in panne e inadeguati. A fine giugno i due compattatori pagati dalla Protezione civile durante i giorni dell’emergenza sono stati ritirati, secondo le scadenze pattuite, contribuendo, così, a rallentare ulteriormente la raccolta.
All’Arenella e in altri quartieri della periferia della città cominciano a vedersi nuovamente cassonetti stracolmi e rifiuti ingombranti. La nuova denuncia proviene ora dal segretario generale della Funzione pubblica Cgil di Palermo, Filippo Romeo, a breve distanza dall’allarme lanciato pochi giorni fa dai sindacati che temono una nuova emergenza sanitaria: “I dipendenti dell’Amia non solo hanno avuto decurtato il loro salario in busta paga di circa 200 euro pro capite – ha detto Romeo – ma hanno solo visto la busta paga, senza soldi dentro. E’ stato tolto il premio di produttività e non viene neppure pagato lo stipendio tabellare”.
Il sindacalista, preoccupato anche per le condizioni che metterebbero a rischio la sicurezza dei dipendenti che effettuano la raccolta, ce l’ha con “le passerelle dei politici in campagna elettorale e le rassicurazioni del sottosegretario alla protezione civile” e sul neopresidente Amia ha detto: “Ci piace ragionare con chi ha un mandato vero e non appeso al filo della politica. Possiamo anche condividere col presidente Lo Cicero i percorsi sulla razionalizzazione dei mezzi e delle risorse ma solo quando deciderà se restare definitivamente a capo dell’azienda”.
Anche Silvio Vicari, coordinatore regionale dell’Unione italiana lavoratori metalmeccanici, ha espresso preoccupazione: “La crisi economica dell’Amia può ripercuotersi negativamente sui livelli occupazionali delle aziende di manutenzione dei mezzi di raccolta”. Intanto,a Palazzo delle Aquile, alcuni esponenti dell’Mpa insieme a Nadia Spallitta del gruppo “Un’altra storia”, hanno chiesto di “azzerare rapidamente tutti i consigli di amministrazione delle ex municipalizzate” e di sospendere “incentivi, indennità di produzione, super minimi e altre numerose voci che hanno elevato il costo del personale senza una controprestazione in termini di quantità e qualità dei servizi e delle attività svolte”. Una richiesta sentita come “indispensabile anche alla luce dell’accertato assenteismo dei lavoratori che caratterizza la conduzione della Gesip”, l’ente che per il Comune cura il verde e la pulizia.
E in una condizione che lo stesso governatore non ha esitato a definire “emergenziale” dopo una gara per i termovalorizzatori andata deserta, non si placano le polemiche sulle società d’ambito territoriale (Ato): il presidente dell’agenzia regionale per i rifiuti e le acque ha disposto l’invio di propri funzionari come commissari ad acta, per verificare le condizioni finanziare e la continuità del servizio all’Ato Messina 1 e Catania (1 e 2). Su una possibile emergenza rifiuti, il capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini, si è detto contrario ai commissariamenti: “Bisognerebbe evitarli – ha detto – se ce ne fosse bisogno dovrebbe trattarsi di un fatto contingente. Non credo che l’esperienza dei commissariamenti sia felice”. Ma nel capoluogo, intanto, la raccolta procede, ancora una volta, a rilento.
[Foto tratta da siciliaoggi.it]