Rifiuti, l'emergenza eterna |Ma per Crocetta è tutto ok - Live Sicilia

Rifiuti, l’emergenza eterna |Ma per Crocetta è tutto ok

La domanda è la seguente: politicamente e praticamente che succederà? Assolutamente nulla.

L'intervento
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3 min di lettura

Sono trascorse appena poche ore dall’ennesima conferma da parte di Rosario Crocetta di volersi ricandidare alla presidenza della Regione – aggiungendo, mostrando un’invidiabile dose di humor, che nessuno avrebbe saputo fare meglio di lui – che irrompe, come una tranvata in pieno volto, la durissima relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali correlati. Un j’accuse in piena regola, dai toni insolitamente taglienti, che coinvolge direttamente i precedenti governi Cuffaro e Lombardo per giungere ai giorni nostri. Ecco un passaggio da leggere tutto d’un fiato: “La situazione attuale della gestione dei rifiuti in Sicilia, fatta di continue emergenze, risente pesantemente di scelte scellerate effettuate dal 2002 in poi: da una parte la previsione di costruire 4 mega inceneritori ha compromesso lo sviluppo della raccolta differenziata, e dall’altra la costituzione dei 27 Ato ha esautorato i Comuni dalle proprie competenze, provocando una gravissima crisi finanziaria conseguente a una non trasparente gestione di queste società che sono state uno strumento in mano alla politica per il controllo del consenso. Questa pesante eredità non è stata superata dall’attuale presidente della Regione”. Un giudizio abbastanza severo. Non solo, ma la Commissione mette in luce gli aspetti più inquietanti dell’intera vicenda, che si trascina ormai da almeno 15 anni e ridotto la Sicilia a vivere una pericolosissima emergenza rifiuti senza precedenti, quando afferma: “Prima ancora che l’ambiente a essere inquinato è l’intero sistema di gestione dei rifiuti nella regione, come confermato da importanti indagini giudiziarie per corruzione effettuate dalla Procura della Repubblica di Palermo. Il quadro di corruttela venuto alla luce è caratterizzato da estremi di devastante gravità, avendo fatto emergere tutte le patologie di una impropria interazione tra funzionari pubblici e imprese private”. Da brivido. Bisogna dire che il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, anche nella qualità di presidente dell’Anci Sicilia (l’associazione dei comuni italiani), aveva da tempo lanciato un grido d’allarme in proposito, purtroppo rimasto inascoltato. Ora il documento parlamentare gli dà ragione e manco poco.“La dura requisitoria svolta dai Commissari sul settore dei rifiuti in Sicilia – dice Orlando – conferma la gravità della situazione su scala regionale, dovuta, come già da me ribadito ad entrambe le Commissioni parlamentari di inchiesta su rifiuti e antimafia, ad un sistema criminogeno fondato su confusione legislativa e gestionale, assenza e, adesso, inadeguatezza di Piano regionale rifiuti, ordinanze presidenziali regionali confuse e inefficaci e, talora, inapplicabili, inesistenza di impiantistica che si accompagna ad abnormi privilegi per discariche private. Il sistema dei rifiuti in Sicilia rischia di apparire, come più volte denunciato da me e da Anci Sicilia, la riedizione in campo regionale del sistema palermitano cianciminiano di potere politico, affaristico, mafioso degli anni 80″. Fa impressione sentire parlare ancora, alle porte del 2017, del rischio di riedizione in campo regionale del sistema palermitano cianciminiano di potere politico, affaristico, mafioso degli anni Ottanta. Un timore da non prendere sottogamba vista l’autorevole fonte da cui proviene e considerate alcune indagini in corso. Ma al di là di ciò, qui interessano gli aspetti politici e pratici. La domanda che adesso sorge spontanea è la seguente, politicamente e praticamente che succederà? Vi anticipo la risposta, assolutamente nulla. Rimarremo in emergenza con provvedimenti tampone e oggettivamente costosi. Un macigno di tale portata, risultante dal combinato disposto tra la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti e le denunce di Leoluca Orlando, finora non confutate, dovrebbe avere un’unica conseguenza: le dimissioni del governo regionale e la conclusione di questa penosa legislatura. Motivo? Semplice, per non avere risolto in quattro anni, e nemmeno avviato a soluzione, il gravissimo problema, diciamo dramma, dei rifiuti in Sicilia. Altrove si va a casa per molto meno. Non accadrà, anzi, riascolteremo il nostro governatore rilanciare soavemente la sua candidatura per tornare a sedere a Palazzo d’Orleans. Del resto, chi avrebbe saputo fare meglio di lui?

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