Riforma delle Province, mal di pancia dell'opposizione: Galvagno va avanti - Live Sicilia

Riforma delle Province, mal di pancia dell’opposizione: Galvagno va avanti

Il ddl torna in aula. Cosa sta accadendo

PALERMO – M5s e Pd hanno contestato il ritorno in aula della riforma delle Province sostenendo che il ddl dovrebbe essere riscritto all’ordine del giorno dopo il rinvio in Prima commissione e per regolamento poteva rientrare in aula dopo quindici giorni e non sette come è avvenuto. La seduta, dopo una lunga discussione da parte dei deputati, è stata sospesa e rinviata alle 14.30 di domani.

Interviene Galvagno

Dopo una breve sospensione dei lavori, la Presidenza dell’Ars è andata avanti con la seduta sulla base di alcune precedenti, il presidente Gaetano Galvagno aveva ricordato che prima del rinvio in commissione aveva comunicato all’aula il ritorno del ddl oggi e nessun deputato aveva fatto osservazioni. Si è proceduto con la discussione generale del testo. Molti deputati del centrodestra hanno preso la parola, anche in attesa che i parlamentari del centrodestra assenti facessero ritorno in aula.

Sud chiama Nord, De Luca: “Testo incongruente”

“Nel corso della discussione sulla norma relativa alle province, emerge chiaramente un’incongruenza tra i commi 7 e 8 dell’articolo 2 e dell’art. 3, che richiede una profonda riflessione – dichiara il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca -. Al comma 7 si osserva una contraddizione evidente: da un lato si prevedono le stesse norme per ineleggibilità e incompatibilità al Parlamento siciliano, che impediscono ai sindaci dei comuni con oltre 20.000 abitanti di candidarsi, tranne che si dimettano. Dall’altro, nella seconda parte del comma 7, si prevede che i sindaci e i membri della giunta comunale non possano candidarsi alle cariche provinciali. Come se non bastasse nel successivo comma 8 si fa riferimento a presunta incandidabilità per i sindaci dei comuni superiori a dieci mila abitanti. Questa contraddizione solleva interrogativi importanti: i sindaci dei comuni sopra i 20.000 abitanti possono candidarsi o no? Ho richiesto che il testo torni nella competente commissione, poiché è evidente che non è stato approfondito a sufficienza. Il testo attuale presenta una serie di contraddizioni che devono essere risolte prima di procedere con l’approvazione. È chiaro che il testo è stato elaborato in fretta e furia per essere portato in aula, senza concedere il tempo necessario per una valutazione accurata e la presentazione di emendamenti integrativi da parte dei deputati. Mi aspetto che il presidente della commissione affari istituzionali – ha concluso De Luca -, Abbate, abbia il buon senso di riconoscere le contraddizioni presenti nel testo e accetti la proposta di rimandarlo per una revisione adeguata e un’analisi approfondita”.

M5S, Di Paola: “Schifani ritiri il Ddl”

Mai visti tanti colleghi di maggioranza intervenire durante la discussione generale di un disegno di legge per recuperare i numeri in aula perché molti di loro sono assenti. Chiedo al presidente della Regione Renato Schifani di ritirare il ddl per ridiscuterlo dopo l’abolizione della legge Delrio – ha dichiarato il deputato del M5S Nuccio Di Paola e vicepresidente dell’Ars Non ci sono le condizioni per andare avanti”.

M5S, De Luca: “Questa norma è solo un poltronificio”

“Con voto unanime dell’aula avevamo rispedito questo pessimo ddl in commissione, nella speranza che fosse turata qualcuna delle numerose falle presenti nel testo. La norma è tornata in aula non solo senza modifiche, ma senza nemmeno essere minimamente discussa, a riprova dell’arroganza del governo e della sua maggioranza. Questa legge, senza risorse per i servizi, non servirà ai cittadini, è solo un poltronificio”. Lo ha affermato il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, nel corso della discussione generale sul ddl sulle Province a sala d’Ercole. “Schifani – ha proseguito Antonio De Luca – dovrebbe ritirare questo testo, messo su in fretta e furia solo a scopi elettorali, in vista dei prossimi appuntamenti con le urne, Europee in testa. Se avessero messo nella redazione di questo ddl lo stesso impegno che governo e maggioranza hanno messo per la vergognosa spartizione delle poltrone della sanità, sicuramente avremmo ora un testo s più decente”.


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