Rimpasto, chi sale e chi scende: la quadra ancora non c'è - Live Sicilia

Rimpasto, chi sale e chi scende: la quadra ancora non c’è

Le manovre di Udc e Forza Italia, il cantiere centrista e i piani degli autonomisti.

Il puzzle del rimpasto non è ancora definito. Tanti i tasselli da incastrare, diversi legati anche agli equilibri interni dei partiti e alle loro campagne acquisti. L’Udc, per esempio, è molto attiva. Dopo aver perso pezzi ed essere rimasto con tre soli deputati, il partito centrista starebbe cercando di aprire le porte a Genovese e Lentini e forse anche Lantieri. Un’ipotesi corroborata dall’incontro tra il segretario nazionale dell’Udc e Genovese che, secondo i bene informati, dovrebbe tenersi a breve. I nuovi (possibili) ingressi potrebbero spingere le quotazioni di un ingresso in giunta del catanese Mario Coppa, ma al momento sembra che Pierobon e Turano resistano in giunta.

Forza Italia potrebbe sostituire Edy Bandiera con Toni Scilla, salvo che, ipotesi però molto più complicata, non vada a fare l’assessore Stefano Pellegrino lasciando lo scranno di deputato a Scilla. Uomini vicini al Presidente della Regione non nascondono di gradire maggiormente di quest’ultima machiavellica combinazione. Più lineare sarebbe il percorso  invece dell’innesto nisseno: l’ingresso in giunta di Michele Mancuso che andrebbe a coprire la mancata rappresentanza territoriale della provincia di Caltanissetta nel governo. E Bernardette Grasso? Musumeci non vorrebbe rinunciare all’unica donna della giunta. Più di un azzurro conferma che la sostituzione non va letta inforcando le lenti della bocciatura. Tutt’altro. Per la forzista potrebbe aprirsi una strada che porta alla vicepresidenza dell’Ars se gli autonomisti sostituiranno Scavone in giunta con Di Mauro, che però punta all’Agricoltura. La Famiglia a quel punto potrebbe andare a Forza Italia, magari con Mancuso o con Vincenzo Giambrone, portando così Agrigento in giunta.

Si era sussurrato anche di un possibile ingresso di un tecnico vicino ai “siciliafuturisti” D’Agostino e Tamajo, impegnati sul fronte dell’allargamento e consolidamento di un’area centrista (il cantiere è aperto e promette novità a breve). I nomi circolati erano quelli di Beppe Picciolo e Maurizio Croce ma pare che si sia trattato solo di boatos da corridoio e che l’eventualità al momento non sia sul tavolo. Intanto, Saverio Romano guarda sempre con più attenzione a Palermo e al dopo Orlando che stuzzica anche il neo renziano Francesco Scoma e forse anche l’assessore Roberto Lagalla. Ma quella è un’altra partita, che correrà in parallelo con quella della ricandidatura di Musumeci, su cui oggi nella coalizione c’è chi non scommetterebbe. Con un messinese irrequieto (e sintonizzato sulle lunghezze d’onda dell’ala destra della coalizione) pronto a guastare la festa.


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