"Rischio di requisiti personalizzati" | Comune, scoppia la grana-dirigenti - Live Sicilia

“Rischio di requisiti personalizzati” | Comune, scoppia la grana-dirigenti

Palazzo delle Aquile

Due note del Segretario generale Fabrizio Dall'Acqua stroncano i requisiti scelti per selezionare 14 dirigenti a tempo determinato. E l'alto burocrate mette nero su bianco "incongruità e perplessità" in un campo a rischio corruzione.

PALERMO – Perplessità, incongruità, incomprensioni, requisiti “che rischiano di apparire personalizzati e potenzialmente identificativi dei soggetti incaricandi”, in un caso abnorme, aspetti poco chiari o irragionevoli. Il tutto in un settore, come quello dei concorsi, di “particolare delicatezza” perché tra i maggiori a rischio corruzione. E’ una stroncatura in piena regola quella contenuta in un paio di note del Segretario generale del comune di Palermo Fabrizio Dall’Acqua, datate 29 dicembre e 16 gennaio, che rappresentano una possibile bomba a orologeria pronta a scoppiare e a provocare una pioggia di ricorsi. Critiche però rispedite al mittente dal Capo di Gabinetto, Sergio Pollicita, che in una nota del 28 gennaio ha difeso la possibilità del Comune di richiedere requisiti specifici e lauree ben determinate, rimandando tutto all’intuitus personae. Uno scontro inedito tra i due burocrati più importanti di Palazzo delle Aquile e dagli esiti imprevedibili. “Il rischio è che tutte queste assunzioni vengano poi annullate dal Tar, come accaduto in passato – dice il capogruppo di Idv a Sala delle Lapidi, Filippo Occhipinti – la Finanziaria dice che il Comune deve attingere dai dirigenti delle ex Province, non può indire concorsi. Specie se a scegliere è il sindaco, in contrasto con la legge”.

Le due note di Dall’Acqua, inviate al sindaco Leoluca Orlando, al Capo di Gabinetto Sergio Pollicita e al capoarea delle Risorse Umane Rosa Vicari, puntano il dito contro i requisiti scelti per la selezione di 14 dirigenti a tempo determinato (12 tecnici e due contabili) e due dirigenti fuori pianta organica. Il tutto contenuto in una delibera approvata dalla giunta il 18 dicembre scorso, in vista dell’avviso emanato successivamente e scaduto il 31 gennaio del 2015. Un atto di indirizzo su cui, però, Dall’Acqua non aveva espresso un parere vero e proprio per il semplice fatto che la proposta di delibera era arrivata solo a giunta in corso e quindi il Segretario generale aveva potuto solo verificare la presenza dei pareri di regolarità tecnica e contabile, ma nulla di più.

E allora una decina di giorni dopo prende carta e penna e scrive una prima nota con cui evidenza alcune incongruità nelle schede con i requisiti specifici di alcuni profili dirigenziali che, si legge nella lettera, “rischiano di apparire quali requisiti personalizzati e potenzialmente identificativi dei soggetti incaricandi”. Insomma, quasi su misura.

Per il profilo di capo dell’area tecnica della Riqualificazione urbana e delle infrastrutture, per esempio, tra i titolo viene richiesto “addirittura” (come scrive Dall’Acqua) un dottorato di ricerca conseguito in uno dei settori scientifico disciplinari del raggruppamento Icar e deve anche avere esperienza come Rup, progettista, direttore dei lavori o collaudatore di alcune opere, di cui una parte soggette a vincolo ex decreto legislativo 42 del 2004. Aspetto che si ripropone anche per i due dirigenti destinati al Centro storico e all’Ufficio speciale programma città teatro. Per la direzione tecnica del Coime, invece, serve esperienza di progettazione e direzione dei lavori di cantieri sia pubblici che privati, e non in uno dei due campi, per importi annui di almeno mezzo milione. Un aspetto “eccessivamente individualizzante”, per Dall’Acqua.

Va anche peggio quando si passa ai dirigenti contabili. “Non appare strettamente necessario il riferimento, tra i titoli professionali, all’abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista e a quella di revisore contabile – scrive il Segretario generale – non si comprendono inoltre le ragioni che hanno indotto a prevedere, tra i titoli, quello della esperienza lavorativa per almeno 10 anni nella carriera direttiva della pubblica amministrazione categoria D (senza specificare se debba trattarsi di D1 o D3), laddove invece per tutti i restanti profili è semplicemente richiesta una esperienza di cinque anni e non dieci nella categoria D3”. Ma Dall’Acqua va anche più in là: per il dirigente del servizio Bilancio e bilancio consolidato è richiesta un’esperienza di almeno quattro anni come responsabile del servizio finanziario (ovvero Ragioniere generale nei piccoli comuni), mentre per il dirigente dell’Economato (posto reso di recente vacante con uno spostamento di burocrati) servono 10 anni di esperienza nella gestione di spese economali nella Pubblica amministrazione.

Tutto qui? Neanche per sogno. A questa nota, infatti, nessuno risponde ma, in compenso, in Comune arrivano alcune osservazioni di tecnici esterni che, letti i requisiti, non possono presentare domanda e si sentono tagliati fuori. Dall’Acqua allora scrive nuovamente, il 16 gennaio, e stavolta con una significativa differenza: firma non solo come Segretario generale, ma anche come Responsabile della prevenzione della corruzione al Comune. Una nota di sollecito per le perplessità “in ordine alla ritenuta irragionevolezza di alcuni requisiti di accesso”. Dall’Acqua, dopo aver ricordato che il settore dei concorsi è uno di quelli maggiormente esposti al rischio corruzione, si chiede “se possa davvero apparire ragionevole prevedere, ad esempio, con riguardo al profilo di dirigente contabile, il possesso di requisiti che in atto non sono neppure posseduti da chi riveste il delicato ruolo di Ragioniere generale. I requisiti avrebbero più opportunamente potuto costituire motivo di preferenza nella scelta da effettuarsi e non condizione necessaria di partecipazione a una selezione. Non appare chiaro cosa debba intendersi, inoltre, l’abnorme requisito della esperienza professionale in gestione di spese economali per almeno un decennio nell’ambito della Pubblica amministrazione”.

Il 28 gennaio, invece, arriva la replica di Pollicita. “Gli incarichi possono avere ad oggetto il conferimento di funzioni dirigenziali in virtù di un criterio di attribuzione fondato sull’intuitus personae – scrive il Capo di Gabinetto – si tratta di incarichi di alta specializzazione conferiti a soggetti in possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità”. La legge, continua Pollicita, “non preclude alle amministrazioni che bandiscono concorsi per l’accesso alla dirigenza la possibilità di individuare il tipo di laurea più idoneo da ricoprire e richiedere ai soggetti interessati uno o più ulteriori requisiti di specifica preparazione ed esperienza professionale”. Insomma, il Comune ha il potere discrezionale di chiedere un determinato titolo di studio e anni di esperienza per garantire, da subito, “un immediato e adeguato elevato livello di professionalità”.

“Il punto è che il Comune non può nemmeno fare i concorsi, perché è la legge di Stabilità a impedirglielo”, dice il capogruppo Idv Occhipinti. Il riferimento è al congelamento delle assunzioni stabilito per il 2015 e il 2016 dalla legge di Stabilità dello scorso anno, e in particolare dal comma 424 dell’articolo 1, ma anche a una sentenza della Corte dei Conti del 2012: se un Comune decide di assumere a tempo determinato usando la spesa del turn over a disposizione, impedirebbe ai dirigenti delle province abolite o ai vincitori di concorso di essere ricollocati o assunti. “Insomma, eventuali assunzioni con avviso o concorso verrebbero annullate – continua Occhipinti – e se è vero che siamo in una regione a Statuto speciale, è altrettanto vero che parliamo di una legge di Stabilità che vale per tutti e che i dirigenti provinciali a poter essere impiegati a Palermo potrebbero venire anche da altre parti d’Italia”. Il Comune, comunque, avrebbe chiesto un parere al ministero per la Funzione pubblica.

Gli uffici di piazza Pretoria, per il momento, stanno vagliando le centinaia di domande arrivate in risposta all’avviso e dovrebbero dare l’esito nell’arco di una settimana. Dopodiché a scegliere sarà il sindaco in persona e non più una commissione di tecnici, visto che la giunta Orlando ha modificato a inizio dicembre il regolamento. “Il che viola palesemente la legge – continua Occhipinti – visto che le commissioni dovrebbero essere composte da esperti nelle materie di concorso, scelti tra i funzionari o tra docenti esterni, ma soprattutto che non ricoprano cariche politiche. Insomma, il sindaco non può scegliersi chi vuole: il rischio è che qualcuno faccia ricorso e lo vinca facilmente. Inoltre le osservazioni del Segretario parlano di criteri cuciti su misura per qualcuno all’interno dell’amministrazione, che da funzionario passerebbe così a dirigente. Le assunzioni a tempo indeterminato non richiedono requisiti così stringenti ma fanno invece una differenza tra i D1 e i D3, cosa che guarda caso invece il Comune non fa. L’amministrazione blocchi le procedure di selezione dei dirigenti e agisca per capire se queste sono possibili. In caso contrario, usi i fondi per aumentare le ore agli lsu, stabilizzare i precari o per lo straordinario dei vigili urbani, la cui maggiore presenza è necessaria per contrastare l’illegalità”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI