CATANIA – L’arresto non è scattato ma è arrivato per il trap neomelodico Niko Pandetta il Daspo Willy, divieto di accedere ai locali pubblici per un anno. Il provvedimento del Questore di Catania è stato emesso a seguito delle indagini della polizia e dell’istruttoria della Divisione Anticrimine sulla sparatoria avvenuta lo scorso aprile davanti all’Ecs Dogana club al porto di Catania. I ‘Daspo’ (ma per la durata di due anni) sono stati emessi anche nei confronti degli altri indagati, già arrestati qualche settimana fa, per rissa e lesioni: Gabriele Gagliano, 19 anni, Sebastiano Miano (detto Piripicchio), 26 anni, Danilo Salvatore Napoli, 20 anni, Giuseppe Patanè, 26 anni, Gaetano Salici, 19 anni.
Pandetta, nonostante la richiesta di misura della procura non è stato arrestato su decisione del gip, è indagato per concorso esterno sul piano morale nel reato di rissa. Per gli inquirenti avrebbe in qualche modo ‘istigato’ Miano e il suo gruppo a vendicare la ‘mancata esibizione’ di qualche giorno prima sul palco della discoteca durante lo show di un altro cantante neomelodico. A ‘vietarla’ sarebbero stati alcuni ragazzi che sarebbero vicini al gruppo mafioso dei Mazzei, da tempo in contrapposizione con i Cappello di Catania (a cui farebbe riferimento Miano). E inoltre non bisogna dimenticare che Pandetta è nipote (per parte di madre) di Salvatore Cappello, fondatore dell’omonima cosca.
Le indagini della Mobile hanno portato a ricostruire la guerriglia urbana che è scoppiata la scorsa primavera. Prima la rissa in discoteca e poi la sparatoria in via Dusmet: i malviventi hanno usato due pistole calibro 7.65 e sparato almeno 14 colpi. Due dei quali hanno ferito due giovani, un diciottenne e un minorenne.