Ars, sala Mattarella vietata a Cuffaro | Botta e risposta con Ardizzone - Live Sicilia

Ars, sala Mattarella vietata a Cuffaro | Botta e risposta con Ardizzone

Totò Cuffaro

Cambio di sede per un convegno con ospite l'ex governatore. Che interviene.

Il caso
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PALERMO – “Le confermo che la revoca della concessione per l’utilizzo della sala Mattarella per un incontro sul tema dei diritti dei detenuti è avvenuta per mia espressa volontà”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, rispondendo alla lettera del deputato Francesco Saverio Romano in merito alla revoca della concessione della Sala Mattarella per un convegno sui diritti dei detenuti ala quale era stato invitato l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro. “Converrà con me, visto che anche Lei riveste un ruolo pubblico e quindi ha responsabilità nei confronti di tutti i cittadini e delle Istituzioni, – continua – che in una sala prestigiosa del Parlamento siciliano, di recente intitolata a una vittima di mafia come il presidente della Regione Piersanti Mattarella, sarebbe stata inopportuna, e certamente equivoca, la partecipazione di un relatore condannato per favoreggiamento aggravato a cosa nostra”.

“Nessuna discriminazione, quindi – prosegue – nei confronti di una persona che ha pagato il suo debito con la giustizia, ma una scelta di tutela verso l’Assemblea regionale siciliana e di quanti, a vario titolo, avrebbero potuto sentirsi confusi o peggio feriti da una decisione diversa”. “Come rappresentanti pubblici – conclude il presidente dell’Ars – abbiamo il dovere morale di non trasmettere messaggi ambigui che possano ledere l’onore e il decoro delle Istituzioni e confondere i cittadini. La lotta alla mafia è fatta anche di segnali chiari e inequivocabili”.

Questa la controreplica di Romano rivolta ad Ardizzone: “Nel ringraziarla per la risposta sulla mancata autorizzazione ad un convegno sui detenuti all’interno dell’Ars – diniego di cui Lei si assume la piena responsabilità – a motivo della presenza, tra i relatori, di Toto’ Cuffaro, mi attendo da lei, coerentemente con la sua impostazione, che da oggi stesso Lei disponga l’inibizione dell’ingresso a palazzo dei Normanni, per tutti i cittadini che hanno subito delle condanne e che per queste abbiano trascorso anche un solo giorno in carcere. Risulta evidente che per Lei tutti gli articoli della Costituzione italiana hanno valore, ad eccezione del ventisettesimo. Lei scambia il rispetto della legalità con il libero arbitrio, da vero e proprio legibus solutus. Lei non è proprietario della istituzione che presiede! Il rispetto della Costituzione viene prima dei propri convincimenti. In questo modo lei usa l’Ars come la lavatrice della sua coscienza: se ritiene che l’aver militato con Cuffaro nello stesso partito ed averne condiviso scelte politiche è un vulnus da rimuovere, lo faccia politicamente senza tirare in ballo Mattarella o risibili atteggiamenti da antimafia d’accatto”.

Romano in mattinata aveva sollevato il caso scrivendo ad Ardizzone per chiedere se “corrisponda al vero la revoca della concessione di una sala di Palazzo dei Normanni per un convegno ala quale era previsto l’intervento di Salvatore Cuffaro”. “L’incontro sul tema annoso dei diritti dei detenuti promosso dal deputato Vincenzo Figuccia – aveva aggiunto – si è tenuto all’Istituto Padre Annibale di Francia, anziché nei locali dell’assemblea regionale siciliana”. “Alcuni quotidiani palermitani oggi sostengono che Ardizzone abbia revocato la concessione dell’aula per la presenza al convegno dell’ex presidente della Regione Cuffaro. Conosco la sua sensibilità ed immagino che ella – si legge nella lettera di Romano al presidente dell’Ars – stia immediatamente dissipando tali velenose ricostruzioni con una sua nota stampa di chiarimento. Comprenderà che da parlamentare di questo paese, non potrei che censurare comportamenti volti a discriminare il ‘cittadino Cuffaro’ in quanto ex detenuto così come per qualsiasi altro cittadino che abbia pagato il suo debito con la giustizia”.

Sulla querelle era intervenuto anche il commissario di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè: “Sono certo che la scelta di Ardizzone di negare una sala dell’Ars per un convegno con Cuffaro non sia una scelta politica, che sarebbe eticamente meschina – le sue parole -. Immagino che qualcuno, nei suoi uffici, gli abbia suggerito questa follia, per una qualche oscura motivazione, regolamentare o giuridica, che però mi sfugge. – aveva aggiunto Miccichè -. Quello che appare in questo momento è che il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana è stato capace di far diventare il Palazzo dei normanni, dalla notte dei tempi luogo d’integrazione ed accoglienza, il Palazzo dell’esclusione”. A Miccichè ha replicato Ardizzone: “Da Presidente dell’Assemblea regionale siciliana non intendo replicare al commissario di Forza Italia Gianfranco Micciché, in quanto non riveste più alcuna funzione né pubblica né istituzionale, ma solo politica. Ricordo, però, a me stesso che Micciché è colui che aveva contestato l’intitolazione dell’aeroporto di Palermo ai giudici Falcone e Borsellino”.

Questo il commento di Vincenzo Figuccia, vicecapogruppo di Fi a Sala d’Ercole: “Non sono interessato ad alimentare polemiche sul convegno ‘Universo Carceri’ che ho promosso ed organizzato. A me come al garante dei detenuti Giovanni Fiandaca ed all’ex presidente della regione Totò Cuffaro che ha partecipato come ex detenuto interessava parlare dei diritti di chi sconta una pena e del sistema penitenziario italiano. Penso davvero che i lavori di ieri abbiano contribuito a far emergere le tante negazioni che vive chi si trova in carcere che talvolta nulla hanno a che vedere con la rieducazione e l’ottemperanza dell’articolo 27 della Costituzione. In sostanza, ci interessava parlare dei carcerati e delle privazioni a cui vanno incontro i familiari. Certamente il convegno anziché svolgersi in una sala senza aria condizionata, poteva essere ospitato altrove. Ma ribadisco, non voglio fare polemiche. Ciascuno risponde prima a Dio e poi alla propria coscienza”.

“La decisione di Ardizzone è un problema suo e non mio, suo e della sua coscienza. Io non voglio fare nessuna polemica, però penso che la politica debba prendersi le sue responsabilità. Victor Hugo ha scritto che detenuti si rimane tutta la vita. Io non mi vergogno di esserlo stato e Ardizzone mi ha ricordato quanta verità ci sia nella amara affermazione dello scrittore”. Così l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, replica al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che si è assunto la responsabilità della revoca della concessione per l’utilizzo della sala Mattarella di palazzo dei Normanni per un incontro sul tema dei diritti dei detenuti. “Ho affrontato cose molto peggiori di questa – ha proseguito – il mio obiettivo è quello di far conoscere la condizione delle carceri italiane per renderla più umana. I preti, che sono sempre più comprensivi, ci hanno accolto e per me non è cambiato nulla. Sono però preoccupato dal fatto che le istituzioni, che dovrebbero occuparsi della vivibilità degli istituti di pena, si dimostrino così intransigenti in occasioni come questa”. “Evidentemente – ha concluso – la soglia della sensibilità di Ardizzone è molto bassa ed è stato urtato dalla possibilità che l’incontro si tenesse a palazzo dei Normanni. Se lo ha fatto per paura di essere sommerso dalle critiche, ha sbagliato. La politica deve cercare di fare la cosa che ritiene più giusta, a prescindere delle eventuali polemiche”.


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