Paolo Romeo, come anticipato ieri da Livesicilia, oggi è stato nominato cardinale da Papa Benedetto XVI alla fine della consueta udienza del mercoledì. Siciliano di Acireale (20 febbraio 1938), è stato nunzio apostolico in vari Paesi, tra cui Haiti, Colombia e Canada, quindi, dal 2001 al 2006, nunzio in Italia; il 19 dicembre 2006 è stato nominato arcivescovo di Palermo.
Come già scritto ieri, si tratta di una circostanza importante per Palermo e per il suo Pastore. Paolo Romeo merita un riconoscimento che arriva forse in ritardo. Fin qui è stato un attento osservatore della realtà che circonda il cuore della sua missione valorosa di prete. L’arcivescovo ha alzato la voce quando era giusto alzarla. In una città di macerie, con le istituzioni in fuga, l’uomo di Dio Romeo è stato il supplente sconfinato, l’ultimo baluardo della riflessione, dell’amore e della denuncia sociale. Il suo sguardo si è posato su ingiutizie e rovine. Il linguaggio con cui le storture sono state chiamate col loro nome non ha ammesso repliché, né sarebbe stato possibile replicare alcunché.
Per questo riteniamo che il cappello cardinalizio a Paolo Romeo sia al tempo stesso una giusta ricompensa e l’indicazione di una strada per una comunità assetata di speranza. Quella speranza, evocata dal Papa sul prato del Foro Italico, continua a esistere nella buona volontà del suo vescovo e nel coraggio degli uomini di buona volontà. Dunque, auguri al nuovo cardinale e una preghiera laica: nella sua chiesa, nella chiesa palermitana, ci sono – per esperienza di molti fedeli – ancora sacche di privilegio e preti non sempre degni del ruolo missionario. E’ intollerabile che restino al loro posto.