PALERMO – “Le relazioni pericolose di Crocetta” recita il titolo della copertina che Panorama dedica al presidente della Regione. Un’inchiesta del settimanale raccoglie documenti e testimonianze. Dai rapporti con i boss agli appoggi elettorali: viene fuori un atto d’accusa pesante contro un uomo che ha fatto dell’Antimafia il suo credo. Pronto a ribadire, ad ogni occasione utile, il suo essere antimafioso. Rosario Crocetta non ci sta, parla di macchina del fango e ha convocato stamani una conferenza stampa. Top secret i contenuti, ma è facile aspettarsi che si parli anche e soprattutto di questa vicenda.
L’inchiesta di Panorama parte dall’informativa firmata nel 2003 dall’allora vice questore Antonio Malafarina, oggi deputato eletto nella lista Crocetta, che scriveva così: “Va rilevato che la campagna elettorale di Rosario Crocetta (il riferimento è alle comunali di Gela del 2002 ndr) sarebbe stata in parte condotta da Celona Emanuele, oggi collaborante di Cosa nostra, appartenente alla cosca mafiosa degli Emanuello, più volte notato in compagnia del Crocetta che frequentava la libreria del Celona, il quale avrebbe reso dichiarazioni in merito a questo supporto elettorale”. L’informativa faceva parte del fascicolo sulle “minacce di presumibile stampo mafioso giunte al sindaco di Gela Rosario crocetta”. Minacce che, secondo l’informativa, potevano trovare “il loro presupposto in delicati equilibri di potere mafioso”.
Sui rapporti fra Celona e Crocetta Panorama riprende la testimonianza di Saverio Di Blasi, presidente di Italia Nostra, a Gela, e nel 1998 responsabile dei Verdi. Di Blasi racconta che fu lui a candidare Crocetta al Consiglio comunale e ricostruisce la “strettissima amicizia” fra Celona e il presidente della Regione. “Celona organizzava con Crocetta incontri in un garage del Bronx – spiega l’ambientalista a Panorama -. Distribuiva materiale elettorale e saliva con lui sul palco durante i comizi. Celona l’ho incontrato spesso a casa di Rosario e Rosario ci dava spesso appuntamento nella libreria di Celona”. Di Blasi aggiunge un particolare inquietante: dice che segnalò a Crocetta la pericolosità di Celona che lo minaccio mostrandogli la pistola che teneva infilata nella cintura.
Ed ancora su Panorama si legge di un pranzo organizzato a Scoglitti da Crocetta nel 2002 nel corso del quale il futuro sindaco avrebbe promesso Salvatore Di Giacomo, esponente di una famiglia mafiosa, il suo interessamento per trovare un posto di lavoro al figlio. Una vicenda che un dirigente comunale raccontò ai carabinieri nell’ambito di un’indagine condotta dal pubblico ministero Nicolò Marino, oggi nominato assessore nella giunta Crocetta.
Altro capitolo dell’inchiesta giornalistica riguarda le dichiarazioni di Rosario Trubia. L’ex reggente del clan Emmanuello, poi diventato collaboratore di giustizia, nel 2007 raccontò che Crocetta avrebbe ricevuto l’appoggio di “delinquenti e figli di delinquenti”. Incassato il sostegno elettorale Crocetta, una volta eletto, avrebbe vestito invece i panni del difensore della legalità tanto da far dire a Trubia: “Ora lui per non farsi scoprire che era colluso attacca sempre la mafia”. Infine Panorama ricorda l’amicizia fra Crocetta e Alessandro Barberi, suo collega negli anni settanta al Ptetriolchimico di Gela, a cui il governatore fece da testimone di nozze. Negli anni ’80 Barberi diventerà capomafia di Gela e consuocero del boss Piddu Madonia.