TRAPANI- “Giudici popolari, voi non siete chiamati a risolvere il caso Rostagno. Avete il compito di stabilire la colpevolezza o la non colpevolezza degli imputati”. L’avvocato Stefano Vezzadini, difensore dell’imputato Vincenzo Virga, ha chiuso così la sua arringa difensiva, rivolgendosi, appunto, ai giudici popolari, così come aveva fatto stamani, in apertura. Nella parte finale del suo intervento, il legale ha sviscerato tutte le presunte contraddizioni emerse dalla perizia genetica, contestata dai consulenti di parte. “Giudici popolari – ha ancora detto Vezzadini ai giudici popolari – l’articolo 533 non consente di esprimervi in termini di probabilità”. Il legale ha concluso: “Forse erano in tanti a volere la morte di Rostagno, ma non il mio assistito”.
“Se la mafia avesse voluto zittire Rostagno visti i buoni rapporti che intercorrevano tra Puccio Bulgarella (editore di Rtc, l’emittente in cui lavorava il giornalista assassinato, ndr) e Angelo Siino, avrebbe chiesto all’editore di non farlo più parlare in tv. E non credo che Bulgarella avrebbe avuto la forza di opporsi, aveva orecchie assai ricettive: sarebbe bastata una richiesta appena sussurrata, per zittire Rostagno”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Ingrassia, legale di Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Mauro Rostagno, nell’arringa difensiva. Il legale ha anche parlato del guru Francesco Cardella, che “teneva in mano i cordoni della borsa di Saman, dove fino al 1995 non c’era alcuna contabilità e non era possibile compiere una distinzione tra spese personali e gestionali”. Per il legale, quanto sostenuto dai pm, e cioè che Rostagno non sapesse nulla sulle dinamiche interne alla comunità, “è offensivo”.
“Mauro Rostagno non poteva essere d’accordo con schemi tipo la comunità di Muccioli, che egli definiva un lager. Ma un’impostazione di quel tipo avrebbe fruttato miliardi di lire alla Saman e Rostagno, come si evince nell’intervista rilasciata al periodico King, era nettamente contrario”. Lo ha sostenuto durante l’arringa dinanzi ai giudici della Corte di assise di Trapani – dove si celebra il processo per l’omicidio del giornalista e sociologo assassinato a Valderice il 26 settembre 1988 – l’avvocato Giuseppe Ingrassia, difensore del boss Vincenzo Virga, imputato di essere il mandante del delitto. Per il legale, la svolta gestionale auspicata dal guru morto due anni fa in Nicaragua,che avrebbe voluto era ostacolata da Rostagno, che “muore per questa ragione”. Nella metà degli anni Novanta, Cardella fu indagato per il delitto e la sua posizione venne poi archiviata. Il legale ha ricordato che fu proprio l’intervista a King a far nascere i contrasti tra Rostagno e Cardella.
(Fonte ANSA)