Sei mesi a piccoli passi. “S” ha dato le pagelle agli assessori tecnici nominati da Raffaele Lombardo nel suo governo-quater: se i quattro assessori confermati nello stesso incarico – Caterina Chinnici, Marco Venturi, Mario Centorrino e Massimo Russo – hanno dato una spinta alle loro riforme, portando verso il completamento il percorso della legge sulla semplificazione burocratica, sul commercio, sulla formazione professionale e sulla sanità, i nuovi nominati si sono mossi per lo più con atti amministrativi.
La principale eccezione riguarda Pier Carmelo Russo, passato alle Infrastrutture dall’Energia: al suo attivo c’è già la riforma degli appalti. Gaetano Armao, passato all’Economia, invece, sta seguendo il federalismo fiscale, mentre Giosué Marino si è dedicato ad attuare la riforma dei rifiuti voluta dal suo predecessore. Per Uccio Missineo occhi puntati sul museo dell’Identità siciliana, mentre Andrea Piraino ha contrattualizzato gli ex pip ed è finito nella bufera per gli stagisti, Elio D’Antrassi ha lanciato le esportazioni in Cina e il sostegno ai giovani agricoltori, Gianmaria Sparma ha bloccato le trivellazioni offshore e Daniele Tranchida ha varato i nuovi distretti turistici.
La giunta tecnica, però, costa ai contribuenti 230 mila euro in più ogni mese: se infatti gli assessori politici – nel caso in cui siano deputati regionali – percepiscono l’indennità parlamentare e la diaria dall’Ars, costando alla Regione “solo” 4.634,60 euro al mese, i tecnici, per una norma voluta dall’ex governatore Totò Cuffaro, ricevono dalla Regione 19.170,99 euro al mese che, moltiplicato per i dodici di Palazzo d’Orleans, fa 230.051,88 euro ogni 30 giorni. Dunque, negli ultimi sei mesi, la giunta dei tecnici è costata poco meno di un milione e mezzo di euro.