PALERMO- Chissà se sarà un gesto simbolico e dal forte impatto emotivo, destinato ad esaurirsi nell’immediatezza del suo divampare, o se qualcuno prenderà nota.
In ogni caso, niente fermerà il movimento delle valigie di cartone che il 30 aprile si riunirà, alle dodici, davanti a Palazzo dei Normanni. Che cosa sia e perché sia nato lo spiega, con l’ardore consueto, don Antonio Garau, sacerdote palermitano di frontiera, come si dice nei luoghi in cui le frontiere non mancano mai. Padre Antonio da giorni sta lanciando il suo tam tam, sui social: “Sì, andremo all’Ars – incalza -. Ci sarò io con altri amici sacerdoti: don Cosimo Scordato, don Pino Vitrano, don Enzo Volpe, fra’ Loris, per citarne alcuni. Con tanta gente”.
L’obiettivo è arduo quanto semplicissimo: “Vogliamo rivolgerci ai politici perché agiscano, finalmente, secondo coscienza personale. Sono stipendiati? Svolgano il loro servizio come è giusto. Anche l’arcivescovo, don Corrado Lorefice, è con noi”.
Padre Antonio si infervora: “I genitori piangono per i figli che non hanno lavoro o che devono cercarlo altrove, quando sono fortunati. Noi saremo lì, per un flash-mob, ognuno porterà una valigia di cartone, simbolo del destino di questa terra. Speriamo che nasca un vero movimento dal basso per cambiare finalmente le cose, l’invito ha coinvolto tantissimi ed è rivolto a tutti”. E chissà se, dal Palazzo, si volgerà uno sguardo carico di umanità che oltrepassi, per una volta, l’attrezzatissima cinta muraria dell’indifferenza.