Safari Now, lo Studio Gazzoli torna in pista - Live Sicilia

Safari Now, lo Studio Gazzoli torna in pista

LiveSiciliaCatania, propone ai lettori, in anteprima, la clip firmata dal regista Daniele Gangemi. IL VIDEO

CATANIA – Lo Studio Gazzoli, collettivo made in Catania di teste eretiche e artistiche (formato da: Daniele Gangemi, Ottavio d’Urso, Elio Sofia e Carmelo Sfogliano), è tornato sulla pista con “Safari Now”, canzone pop-dance, che si candida a diventare un sicuro tormentone di questa estate. LiveSiciliaCatania, propone ai lettori, in anteprima, la clip firmata dal regista Daniele Gangemi, che con la sua pellicola di esordio, Una notte blu cobalto, ha vinto il premio “Migliore opera prima” al 42º Worldfest International Independent Film Festival di Houston in Texas.

L’idea della canzone è frutto della fantasia di Salvo Dub (anima del gruppo Babil On Suite) e Ottavio d’OtS. Il primo ha scovato la musica, un motivo tribale che ha un non so che di ipnotico, il secondo ha invece scritto il testo e lo canta anche. “La canzone è nata perché Salvo Dub ha campionato questo coro africano – spiega Ottavio d’Urso ai microfoni di LiveSiciliaCatania – e mi ha chiesto di mettere su, un testo e una voce su questa musica. Poi insieme, abbiamo tirato fuori il ritornello che è mantrico”. Per scrivere la canzone, Ottavio d’Urso, si è ispirato al coro africano e difatti la canzone immagina un’archeologia della terra in cui i primi uomini hanno un rapporto filiale con la madre Terra, dopo di questi ne arrivano altri che invece alzano lo sguardo al cielo e perciò sono uomini che aspirano alle stelle, dall’unione di queste due specie originarie ci dice ancora l’autore del testo, “si generano dei figli confusi, che non sanno dove guardare”. Il ritornello mantrico e dionisiaco, parla di questi nuovi nati che si auto-distruggono in un safari danzante. La clip è stata realizzata con il contributo di Giuseppe Consales, direttore della fotografia e del co-montatore Alessandro La Fauci. La canzone è anche il seguito ideale della mostra L’ermafrodita vitruviano, esposta a Roma alla Galleria Pio Monti. Alla mostra, Ottavio d’Urso, assieme all’attrice Tea Falco, teneva la performance: Corso base per cambiare forma. La mostra, elogiata tra gli altri, dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, ha diplomato in modo scanzonato chi riusciva a superare le varie prove artistiche e tra quelli che sono riusciti nell’impresa artistica, c’è stato anche il regista Matteo Garrone. Nel video della canzone, i duellanti (Ottavio d’Urso e Salvo Dub), si sfidano così, in un combattimento splatter alla fight club, per ottenere l’attestato del Corso avanzato per evolversi. “Mi è venuta l’idea di creare uno scontro fisico sul set tra Ottavio e Salvo – ha detto Daniele Gangemi – per dare una visione plastica della battaglia creatrice. Inoltre, mi sono ispirato al cinema italiano di genere degli anni 70-80, perché ho cercato di riportare a casa, un tipo di cinema, che negli ultimi anni è stato più esplorato all’estero”.

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