Caso Saguto, l'inchiesta prosegue | Indagato l'ex prefetto di Palermo - Live Sicilia

Caso Saguto, l’inchiesta prosegue | Indagato l’ex prefetto di Palermo

Il prefetto Francesca Cannizzo

Francesca Cannizzo (nella foto) è stata formalmente iscritta nel registro degli indagati per corruzione e concussione. Il suo nome spunta nell'avviso di proroga delle indagini dei pm di Caltanissetta notificato anche all'ex presidente delle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, e all'amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara.

BENI CONFISCATI
di
4 min di lettura

PALERMO – Sei mesi di ulteriori indagini per chiudere l’inchiesta sullo scandalo delle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. L’ultima proroga è stata firmata i primi giorni di gennaio dal giudice per le indagini preliminari su richiesta dei pubblici ministeri di Caltanissetta e spunta il nome di Francesca Cannizzo, ex prefetto di Palermo il cui coinvolgimento nell’inchiesta era già emerso nei mesi scorsi. Ora si apprende la sua formale iscrizione nel registro degli indagati per corruzione e concussione in concorso con l’ex presidente della sezione, Silvana Saguto. Nella proroga ci sono altri nomi noti alle cronache, a cominciare da quello dell’amministrazione giudiziario Gaetano Cappellano Seminara.

Sull’intreccio dei loro interessi – perverso, secondo gli investigatori – c’è bisogno di continuare a scavare.Il lavoro dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria non è finito. “C’è molto più di quanto finora è emerso”, dice qualcuno bene informato. Nel dicembre scorso era stato decisa un’altra proroga delle indagini, quelle che riguardano i reati contestati in concorso alla Saguto e a Tommaso Virga, l’ex presidente di una sezione del Tribunale penale di Palermo, nel frattempo trasferito a Roma. È andata peggio alla Saguto, sospesa dal Consiglio superiore della magistratura, mentre Cappellano Seminara ha lasciato tutte gli incarichi a Palermo.

Una possibile e opposta chiave di lettura sull’avviso di proroga delle indagini la mettono sul piatto i legali di Cappellano Seminara: “Non si può escludere che la proroga delle indagini – spiega l’avvocato Sergio Monaco – manifesti la necessità di continuare a cercare riscontri finora non raccolti. Da parte nostra continuiamo a mantenere un atteggiamento di piena fiducia in chi sta conducendo le indagine”

Il nome del prefetto – nel frattempo su sua richiesta il ministro dell’Interno Angelino Alfano l’ha trasferita nella Capitale – fa capolino nelle intercettazioni dei finanzieri della Polizia tributaria che svelano la grande amicizia con la Saguto, tanto da metterle a disposizione Villa Pajno, residenza privata ma istituzionale del prefetto, per festeggiare i 60 anni del magistrato. Nei nastri magnetici è rimasta pure traccia della consegna di cassette di frutta all’alto funzionario provenienti da un’azienda in amministrazione giudiziaria. Una volta il giudice spedì pure la sua scorta a ritirare in lavanderia “la casacca del prefetto”. C’è poi il capitolo delle presunte raccomandazioni. Ad agosto scorso la Saguto chiedeva ad un amministratore giudiziario: “… allora io ti devo chiedere il favore per il prefetto… quello là (incomprensibile) assumere, devi trovare…”. Non solo posti di lavoro, ma pure incarichi prestigiosi. Ci sarebbe, infatti, la partecipazione della Cannizzo, invocata dalla Saguto, nel tentativo di piazzare al Cara di Mineo Carmelo Provenzano, il docente universitario che avrebbe spinto la carriera del figlio della Saguto, fino a organizzare, sostiene l’accusa, una laurea farsa. Anche Provenzano è sotto inchiesta.

Da approfondire, secondo i procuratori aggiunti Lia Sava, oggi alla guida di una procura ancora senza capo, e Gabriele Paci, anche il corposo capitolo del presunto patto corruttivo fra Saguto e Cappellano Seminara che avrebbe ottenuto la gestione di grossi patrimoni in cambio di consulenze per il marito del’ex presidente, l’ingegnere Lorenzo Caramma, pure lui sotto accusa. Settecentocinquantamila euro: a tanto ammontano i compensi liquidati a Caramma dal 2005 al 2014, in un arco temporale che è iniziato quando la Saguto era membro del collegio delle Misure di prevenzione ed è proseguito quando dello stesso collegio il magistrato è divenuto presidente nel 2010.

Consulenze, ma anche soldi in contanti di cui si parlerebbe in alcune intercettazioni telefoniche. “Sono disperata, non puoi capire… non ce la posso fare più… devo trovare qualcos’altro…non è che voglio distruggerti l’esistenza anche se per il Calcestruzzo mi paghi una tranche da 8500 euro… io non ho più soldi”, diceva la Saguto all’amministratore giudiziario. Una richiesta di aiuto a cui Cappellano Seminara avrebbe risposto, secondo l’accusa, dando al giudice 20 mila euro in contanti. Il quadro che verrebbe fuori era quello di uno “stato di difficoltà economica” della famiglia del magistrato.Che in una conversazione diceva al figlio: “Dobbiamo parlare, perché la situazione nostra economica è arrivata al limite totale, non è possibile più… voi non potete farmi spendere 12,13,14 mila euro al mese noi non li abbiamo questi introiti perché siamo indebitati persi”.

Davanti al Csm Saguto ha detto di non aver mai preso un euro. Di diverso avviso gli investigatori che sono a caccia delle tracce dei passaggi di denaro, tanto che nei confronti dell’ex presidente si ipotizza anche il reato di riciclaggio in combutta con il padre Vittorio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI