PALERMO – Un turista canadese, P.P., di 57 anni, è morto probabilmente stroncato da un infarto sul cono dello Stromboli dopo aver scalato il cratere dell’isola vulcanica delle Eolie con un gruppo di amici. Inutili si sono rivelati i tentativi di rianimarlo da parte di alcuni medici che facevano parte della comitiva. Con difficoltà il corpo è stato trasferito in paese e quindi alla sala mortuaria del cimitero di Lipari. I carabinieri hanno avviato una indagine e inviato una informativa alla procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Nei giorni scorsi un turista milanese aveva perso la vita sulla spiaggia delle sabbie nere di Vulcano.
Il presidente regionale del corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, Giorgio Bisagna, dice: ”Spiace constatare come i continui, reiterati e costanti appelli alla Regione Siciliana, e segnatamente ai vertici dell’Assessorato alla Sanità in questi anni siano rimasti inascoltati, o peggio, rimbalzati in un muro di gommosa e burocratica inerzia. E’ sicuramente da accertare se un sistema di soccorso sanitario in ambiente impervio avrebbe potuto evitare o meno il decesso del turista. Quello che invece è lampante, e sotto gli occhi di tutti, che non si può minimamente pensare di fare turismo in Sicilia senza garantire con i necessari presidi istituzionali la sicurezza dei turisti stessi”. Secondo Bisagna ”in Sicilia il soccorso alpino compie ormai oltre 150 interventi di soccorso all’anno, dall’Etna alle Madonie, alle falesie di San Vito Lo Capo, quasi sempre non solo in forma volontaria, ma con le spese dell’intervento interamente a carico dei tecnici, benzina inclusa. Neppure un mezzo è stato mai fornito dalla Regione Sicilia”.
