RAGUSA- Salvatore Cultrera è morto per impiccagione e sul suo corpo non ci sarebbero altri segni riconducibili a violenze. E’ il primo dettaglio emerso dall’esame autoptico eseguito, oggi pomeriggio, nell’obitorio dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa. Se il falegname 22enne di Giarratana si sia suicidato o qualcuno lo abbia ucciso o spinto al gesto estremo resta, ovviamente, da chiarire e diversi sarebbero gli elementi che Carabinieri e Squadra Mobile di Ragusa starebbero vagliando, incessantemente, dal momento della scoperta del suo corpo senza vita, domenica mattina, in un rudere sul retro della Chiesa di S. Antonio Abbate.
Ricostruire gli scenari che si sono delineati negli ultimi giorni di vita di Salvatore non sarà facile, e dimostrazione ne sarebbero i punti discordanti nelle versioni fornite dai soggetti interrogati. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica iblea e, su sua disposizione, nel corso dell’autopsia odierna il medico legale avrebbe prelevato alcuni campioni istologici da inviare al Garibaldi di Catania, pare per un esame tossicologico. L’autopsia servirà, naturalmente, anche a stabilire con certezza il giorno e l’ora della morte del ragazzo e a capire se sia deceduto poco dopo la scomparsa, il 23 maggio, o successivamente. Salgono, nel frattempo, a tre i nomi delle persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di due ragusani e di un giarratanese nei cui confronti peserebbero le accuse di rapimento, sequestro di persona, tentata estorsione e istigazione al suicidio. La lista, comunque, potrebbe allungarsi a breve perché all’orizzonte si starebbero delineando reati complementari quali il favoreggiamento.