"Salvatore taglia il pizzo" |Un click per la lotta al racket - Live Sicilia

“Salvatore taglia il pizzo” |Un click per la lotta al racket

"Sono certo che alcuni eroi, se fossero stati ancora in vita, - afferma l'artista catanese -  oggi avrebbero utilizzato con intelligenza mezzi come Facebook per parlare ai giovani". GUARDA IL VIDEO

Il brano di Paolo Antonio
di
4 min di lettura

CATANIA – Solo nell’ultimo mese i carabinieri ne hanno liberati tre di imprenditori stretti da anni, anche decenni, nella morsa dell’estorsione. Il pizzo, quel timbro che serve alla criminalità organizzata per delimitare i confini del territorio di potere e anche per foraggiare gli affari illeciti. Dalle ultime inchieste, le estorsioni insieme alle rapine, servono per accumulare il contante per pagare la droga, soprattutto la cocaina. E la mafia bussa alle saracinesche di botteghe, di imprese, di ditte: e ci sono sempre più imprenditori coraggiosi che li hanno denunciati. E gli aguzzini finiscono in galera.

La mafia cresce se non se ne parla, se le persone vittima vengono isolate e non aiutate. AddioPizzo da anni lavora per non lasciare sole le persone e gli imprenditori che hanno dato un colpo di mannaia all’omertà e sono andati a denunciare. E molti di loro hanno messo l’etichetta PizzoFree sulle loro vetrine. Così che la mafia sappia, che tutti sappiano. Perchè la criminalità organizzata si combatte non solo nei palazzi di giustizia.

Oggi si aggiunge una nuova voce alla lotta al racket, quella di Paolo Antonio, cantautore catanese. “Piacere Salvatore” è il titolo di una canzone scritta con l’obiettivo di lanciare un messaggio di “libertà”. Il brano è diventato un video virale: “uno di quei video – è spiegato nella nota stampa –  che si condividono su Facebook per raggiungere più persone possibile”. Da mercoledì la canzone sarà possibile “scaricarla” con un contributo di 0,99 euro su iTunes, Google Play e nei principali store virtuali e il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto ad AddioPizzo Catania, Messina e Palermo .

Il tema è “serio”. Una piaga sociale da sconfiggere e scardinare, ma Paolo Antonio decide di raccontarla attraverso lo strumento, sottile, dell’ironia. E in fondo dall’artista catanese non potevamo aspettarci qualcosa di diverso. “L’ironia – spiega – fa parte del mio modo di scrivere canzoni da sempre. E’ lo strumento con cui riesco a parlare a tutti, anche a chi di solito non si ferma a riflettere su certe questioni sociali. In questo caso, poi, era davvero importante sdrammatizzare per far passare il messagio che denunciare è possibile ed è una scelta sempre più diffusa, una reazione naturale”.

“La vivacità del brano – che è un vero tormentone – serve proprio a sdrammatizzare la richiesta del pizzo, per far passare il messaggio che denunciare è possibile. Inoltre – aggiunge l’artista – vorrei dare un aiuto concreto a chi ogni giorno è in prima linea nella lotta al racket, così ho avuto l’idea di lanciare una raccolta fondi e di chiamarla proprio “Salvatore taglia il pizzo”

Con garbo e ironia Paolo Antonio racconta la storia di un imprenditore siciliano, Salvatore, che non trovando lavoro pensa di aprire un’attività tutta sua. Dopo qualche settimana arriva puntuale la richiesta di pizzo. Salvatore va controcorrente e si libera dal pizzo, che nel video viene ironicamente rappresentato con un pizzetto attaccato sul mento, tagliato via da un simpatico carabiniere-barbiere. “La poltrona del barbiere – spiega Paolo Antonio a LiveSicilia – nei film di mafia, è sempre stata un po’ il trono del boss, che si siede senza attendere il proprio turno per il rito della barba. Ho voluto reinterpretare questa scena in chiave opposta, ed ho giocato sul doppio significato della parola “pizzo”, sempre con l’obiettivo di sdrammatizzare e di rendere la vicenda di Salvatore una storia a lieto fine”. Tutti i personaggi sono interpretati da Paolo Antonio che indossa i panni sia di Salvatore, che del mafioso, in un “istrionico” gioco delle parti.

Un video virale, per parlare ai “nativi digitali”. E l’esperienza di Rocco Chinnici, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ci insegna che la “mafia si sconfigge parlando alle nuove generazioni”. “Il pizzo, e la mafia in generale, – afferma Paolo Antonio – sono dei fenomeni culturali prima ancora che criminali. Una rivoluzione culturale può venire solo dai giovani, andando nei loro luoghi, che un tempo erano principalmente le scuole, mentre oggi sono anche i social network. Sono certo che quegli eroi, se fossero stati ancora in vita, oggi avrebbero utilizzato con intelligenza mezzi come Facebook per parlare ai giovani”.

Mercoledì a Catania ci sarà la presentazione della campagna e il lancio del video. Tutto avverrà nella sede di AddioPizzo Catania a Picanello. A presenziare alla conferenza stampa ci saranno, oltre all’autore Paolo Antonio, il sostituto procuratore Pasquale Pacifico, presidente dell’Anm etnea, Rosario Lupo per Addiopizzo e Filippo Casella, l’imprenditore pizzo free che ha denunciato i suoi estorsori. Il video, che è autoprodotto, è stato realizzato senza il sostegno di sponsor né di etichette discografiche. La regia è dei Fratelli Bruno e Fabrizio Urso. L’arrangiamento è di Carlo Longo, con la collaborazione di Salvo Dub. “Abbiamo accolto con piacere e soddisfazione la sua proposta di devolvere a noi i proventi derivanti dalle vendite della canzone – dicono all’unisono i rappresentanti di AddioPizzo – perché indice di stima del nostro lavoro di volontari”.

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI