CATANIA – Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, è atteso oggi in Sicilia. Al di là degli appuntamenti istituzionali, la tappa da cerchiare in rosso è quella pomeridiana al porto di Catania.
Il motivo è presto detto: il dossier delle amministrative siciliane, soprattutto catanesi, è il tallone d‘Achille del centrodestra siciliano. Il riassunto delle puntate precedenti si chiude con i moniti del presidente della Regione, Renato Schifani, che rimbrotta sia gli alleati di FdI (che chiedono la primazia sul sindaco etneo facendo leva sulle percentuali che vede i meloninani primo partito in Italia, nell’isola e a Catania) sia gli amici del Carroccio che tappezzano la città di manifesti a sostegno della candidatura di Valeria Sudano a meno di 24 ore dal tavolo regionale convocato da Forza Italia.
Le interlocuzioni nazionali sono al momento ferme in attesa che i meloniani facciano un solo nome da offrire alla coalizione, il tavolo regionale invece è previsto per venerdì mattina. Una trattativa appesa a un filo che si muove sul doppio binario romano-palermitano.
Oggi il Capitano non potrà sottrarsi a un commento sullo stato dell’arte della partita catanese e realisticamente riproporrà agli alleati il nome della deputata Valeria Sudano. Un messaggio che sotto il Vulcano lancerà forte e chiaro soprattutto all’ex alleato-federato Raffaele Lombardo.
Nel frattempo il vice presidente del Consiglio dovrà accertarsi dello stato di salute del nuovissimo corso del partito che dopo il passo indietro di Nino Minardo è guidato dall’eurodeputata Annalisa Tardino che qualche malalingua del centrodestra vorrebbe abbastanza infastidita dal protagonismo del vice presidente della Regione, Luca Sammartino (suo partner in occasione dell’ultimo tavolo regionale). La due giorni siciliana del Ministro dei Trasporti consentirà di fare spogliatoio nel partito siciliano.
Il golden boy della politica siciliana Luca Sammartino (indicato dal Capitano in persona vice di Schifani), che all’interno del partito ha un peso specifico non indifferente difficilmente, sarà centrale nelle trattative che riguardano la sua roccaforte elettorale: la città di Catania. Ma allo stesso, in virtù del ruolo che ricopre in Regione, dovrà tentare fino alla fine una strada unitaria.
Stessa storia per l’assessore leghista Mimmo Turano che nel suo feudo di Trapani appoggia alle amministrative un candidato del Pd facendo infuriare gli alleati del centrodestra siciliano. Insomma, a Salvini in Sicilia il lavoro non manca, al netto del fatto che alle scorse amministrative a Messina la Lega gareggiò fuori dal centrodestra.
Tuttavia, agli osservatori più attenti non sarà sfuggito l’appoggio di FdI al candidato sindaco leghista di Brescia, che la contropartita possa essere Catania? In questo caso molto dipenderà dal nome dei patrioti (mosse del cavallo permettendo). Staremo a vedere.