"Basta strumentalizzazioni, preoccupato per la coalizione" - Live Sicilia

“Basta strumentalizzazioni, preoccupato per la coalizione”

Il patron autonomista Raffaele Lombardo mette i puntini sulle i.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

CATANIA – Il patron autonomista Raffaele Lombardo mette i puntini sulle i. E spiega il senso di alcuni passaggi scivolosi dell’intervento fatto dal palco della kermesse di sabato. 

Presidente, il suo intervento di sabato sta facendo discutere, ci spiega meglio qualche passaggio?

Ieri mi hanno avvisato che era stato segnalato questo passaggio del mio intervento relativo a una certa età…

Lei ha detto che Schifani ha una certa età…era un attacco al presidente?

Certamente no, era una perplessità sul fatto che l’assetto regionale vedesse una situazione per cui un vicepresidente che, piaccia o non piaccia, è ritenuto il promotore di una candidatura di cui abbiamo visto i manifesti qualche giorno fa potesse sostituirlo anche per un giorno. Quello è stato un atto gravissimo che suona come oltraggio a una coalizione che il giorno precedente, giovedì, aveva iniziato un ragionamento che si sarebbe dovuto concludere il prossimo venerdì sui candidati da condividere per Trapani, Siracusa, Ragusa, Catania ed eventualmente anche altri comuni. Io la fuga in avanti l’ho ritenuta illogica e in fondo autolesionistica.

Perché?

Fa saltare l’unità della coalizione e mette in discussione ovviamente i rapporti con gli alleati. Niente di personale nei confronti dei candidati di cui si è parlato. A partire

alla Sudano, si tratta della nipote del mio amico Mimmo e della figlia del mio amico Enzo. A lei ho detto: parlatene insieme e si trovi la soluzione migliore. A cominciare da lei.

Questa candidatura però riceve la benedizione di Matteo Salvini, perché è illogica se la mattina il leader del suo partito la lancia, nei fatti, in campo? C’è stato per caso un problema di comunicazione all’interno del tavolo regionale?

Si era tentato di individuare i candidati nella sede regionale, l’unica sede legittimata a fare la scelta giusta, piuttosto che affidare ai partiti nazionali ogni tipo di scelta. Inoltre, penso che tra persone ragionevoli quando si assumono degli impegni, compresa una riflessione prima di definire una strategia comune, non si forza la mano. Chiunque da Roma o da Bruxelles si spinga a fare qualcosa, allora non ci si siede: ciascuno fa quello che vuole. Se ci fosse stato un incoraggiamento da parte di un leader di Forza Italia piuttosto che di FdI, anzi il lancio di una candidatura, e se permettete, nel nostro piccolo anche del Mpa o la Dc nuova, avremmo cosa? 5 candidati della stessa coalizione, Sappiamo come funziona la legge elettorale: c’è un’elezione con il 40%, c’è il sistema del ballottaggio. Se vogliono perdere, si accomodino pure. E non solo.

Prego.

Ho letto anche di odi, rancori e aggressioni: questo è uno scenario fantasioso, io non odio nessuno forse dico con molta passione quello che penso.

Non è un mistero il suo asse con Minardo…

Salvini ha sottoscritto un patto federativo con il Mpa che io per serietà non pubblicizzo, mi sono limitato a dire che Salvini forse quel patto, un documento di più pagine, lo ha firmato

senza leggerlo perché se lo pubblicassi, francamente, ci si renderebbe conto he il patto è stato ampiamente violato. Basta. Nessun rancore, è una storia passata. In quanto a Schifani ognuno ha la sua età ed è certa perché risulta nella carta d’identità oltre che sulla patente. Io devo dire che provo una certa invidia, ma anche tanta simpatia e affetto, nei confronti di un uomo che è stato capo gruppo del maggiore partito italiano al Senato e poi presidente del Senato. Oggi tra elicotteri, aerei e automobili non si ferma un solo momento. Vorrei essere no io ma vorrei un trentenne o un quarantenne infaticabile come lui.

Insomma, il problema non è Schifani…

No, si è voluto enfatizzare. Ieri, il giorno della festa del papà, ho passato la giornata con lui dalle 10 di mattina fino alle 4 saltando il pranzo. E a casa mia ho tre Giuseppe: mio figlio, il figlio di mia sorella e il figlio di mio fratello. La nostra è una di quelle famiglie nelle quali si dà il nome dei nonni ai figli. I miei figli infatti si chiamano uno Giuseppe e l’altro Salvatore (detto Toti) esattamente come i loro nonni. Ieri era la festa del papà e sono stato con Schifani piacevolmente per diverse ore. Oggi è Catania credo che lo vedrò nel primo pomeriggio per trovare delle soluzioni comuni ai problemi che si stanno determinando. Poi la invito – ma non ne ho bisogno, anzi sono certo che lei scriverà degli articoli piuttosto che costruire ipotesi immaginando un mondo in cui i politici debbano possibilmente odiarsi e guardarsi in cagnesco per le sciocchezze- a riportare, come ha fatto sempre, più o meno testualmente, le mie parole.

Non mancherò. 


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