Sant'Agata, l'altra metà della festa: il pranzo della Caritas VIDEO

Sant’Agata, l’altra metà della festa: il pranzo della Caritas VIDEO

Giuseppe Castiglia ospite d'eccezione

CATANIA – Il momento del dolce è stato allietato dal comico Giuseppe Castaglia che ha cantato “Catania” accompagnato eccezionalmente alla chitarra da don Nuccio Puglisi, il responsabile della Caritas diocesana. Si tratta del pranzo per le persone più fragili promosso dall’Arcidiocesi di Catania e organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Caritas Diocesana e dal Comitato per la Festa di Sant’Agata.

Un clima di gioia all’interno della chiesa di San Nicolò l’Arena letteralmente immersa nel sole di questo anticipo di primavera nel segno della martire catanese. Una luogo di culto divenuto spazio di condivisione e comunione: “Da quest’anno – dichiara l’arcivescovo Mons. Luigi Renna – nell’Arcidiocesi di Catania non ci sarà più il pranzo con i Vescovi e con le autorità, ma condivideremo il pasto con i nostri fratelli più poveri. Io penso che non ci sia maniera più cristiana di vivere una festa che condividere con i poveri”.

Centinaia i volontari impegnati già da diversi giorni per garantire un pasto caldo e un momento di conforto e di ascolto. Un impegno sottolineato da Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio: “Apparecchiare una tavola per famiglie e bambini, anziani, stranieri, gente dei quartieri storici della città è un fatto nuovo per la Festa di Sant’Agata. Con questa iniziativa vogliamo testimoniare l’esistenza di una Chiesa siciliana che, attraverso i suoi Vescovi, serve queste persone. Ma non è solo un fatto solidale, è molto di più: è una porta che permette alla gente della periferia di venire verso il centro della città dove si festeggia Sant’Agata e seguire l’esempio dei martiri, come la nostra Patrona, ma penso anche a don Pino Puglisi, spesso citato dal nostro Vescovo”.

Il “Pranzo di Sant’Agata” nasce proprio come segno tangibile per celebrare il messaggio agatino con coloro che vivono una condizione di marginalità e che le associazioni di volontariato diocesane e cittadine accolgono e curano nel corso di tutto l’anno. “Come fare a creare una comunione che duri oltre la Festa? – spiega don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas Diocesana – Una comunione che sia una festa ‘sempre’? La risposta è in quella bontà tutta custodita nel nome della nostra Santa. Chiediamo al Signore, per l’intercessione potente della nostra Patrona, che questo evento non soffochi sotto una coltre di occasionalità e di retorica, ma ci educhi a un atteggiamento e a un desiderio destinati a crescere e durare nel tempo”.


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