Clan Santapaola, piovono avvisi di garanzia: c'è il boss, tutti i NOMI

Clan Santapaola, piovono avvisi di garanzia: c’è il boss, tutti i NOMI

Estorsioni, traffico di stupefacenti, associazione mafiosa. Ecco i particolari

CATANIA – Clan Santapaola – Ercolano, piovono avvisi di garanzia. In poche settimane la Procura ha chiuso le indagini, eseguite dai carabinieri, su una delle più agguerrite famiglie del Catanese, quella che gravita tra Biancavilla e Adrano. Ci sono 19 indagati (nomi alla fine dell’articolo), tra i quali spiccano il principale collaboratore di giustizia, Vincenzo Pellegriti, che ha disarticolato il clan riconoscendo tutti i componenti (NOMI) e il boss Giuseppe Mancari detto ‘U Pipi’, già ergastolano.

Santapaola, vertici e gli affiliati

La Procura di Catania disegna la nuova cupola del clan Tomasello – Mazzaglia – Toscano, braccio operativo del clan Santapaola Ercolano. Il boss è Giuseppe Mancari. Gli indagati per associazione mafiosa sono Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno detto ‘Dino’, Giovanni Gioco, Piero Licciardello, Carmelo Militello, Ferdinando Palermo e Mario Venia.

Le estorsioni

Amato, detto ‘Ciuccetto’, è stato riconosciuto dal pentito Pellegriti, avrebbe “cominciato a fare parte del clan mafioso dopo l’arresto di Longhitano e faceva riferimento a Dino Galvagno, per conto del quale ritirava estorsioni come ho detto e poi lo stesso insieme a Piero Licciardello spacciava erba e cocaina”.

Piero Licciardello, Manuel Amato, Mario Venia, Placido Galvagno detto Dino e Fabrizio Distefano “erano dediti alle attività estorsive nei confronti di commercianti e imprenditori”, annotano gli investigatori.

Bottiglie incendiare e fucilate a pallettoni. Tutte le estorsioni passavano dai capi del clan. Commercianti minacciati e vessati, ma nessuno ha denunciato. Come nel caso di un imprenditore, indebitato dopo i danni di una rapina e costretto a cercarsi “l’amico”: in questo caso direttamente il boss Mancari. “Aspetta – dice l’imprenditore all’esattore del pizzo – non sbagliare a parlare, non allunghiamo le cose. Il referente è Pippo a Biancavilla?”. “Certo – risponde lo scagnozzo – c’è lo zio Pippo”. Ecco il consiglio per il commerciante: “Parla tu con Pippo e gli dici <me ne sono andato là, che devo fare e come mi devo comportare>…”.

Santapaola, attentati e minacce

Un sistema collaudato: bar e botteghe sotto estorsione. “Canoni” da pagare, puntualmente, durante le feste. E pizzo per gli ambulanti che vendono carne di cavallo, per i giostrai che dovevano regalare migliaia di biglietti ai malavitosi. Fucilate contro le attività di chi si ribellava, come ha raccontato il pentito La Rosa, parlando del negozio di mobili Buttafuoco, con la saracinesca crivellata di colpi di fucile caricato a pallettoni. L’imprenditore era colpevole di non aver regalato i mobili al boss Rosano. A un rinomato negozio di scarpe, invece, fu mandata in frantumi la vetrina, in quel caso intervennero anche i catanesi. E ancora, sotto estorsione meccanici, paninari: all’esattore del pizzo andava il 20% dell’importo riscosso. Il resto finiva nella cassa della famiglia, per stipendiare i detenuti.

I nomi degli indagati

La Procura di Catania ha notificato 19 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Ecco tutti i nomi degli indagati: Salvatore Manuel Amato, Fabrizio Distefano, Placido Galvagno, Giovanni Coco, Piero Licciardello, Giuseppe Mancari, Nunzio Margaglio, Carmelo Militello, Nicola Gabriele Minissale, Alfio Muscia, Ferdinando Palermo, Mario Venia, Carmelo Vercoco, Alfredo Cavallaro, Cristian Lo Cicero, Maurizio Mancari, Vincenzo Pellegriti, Franco Restivo, Marco Toscano.


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