“Sbloccare i fondi per le scuole” | Dal 2008 persi 30 mila posti - Live Sicilia

“Sbloccare i fondi per le scuole” | Dal 2008 persi 30 mila posti

La crisi nel settore edile morde e fa razzia di posti di lavoro. Eppure il governo Renzi circa un anno fa aveva annunciato una serie di misure volte a mettere in sicurezza e migliorare lo stato delle scuole italiane.

Settore edile
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CATANIA – Lavoratori edili in presidio. La crisi nel settore edile morde e fa razzia di posti di lavoro. Emblematiche le cifre del comparto nella provincia etnea: oltre diecimila i posti andati in fumo dal 2008. Numeri destinati a moltiplicarsi se si tiene conto degli effetti sull’indotto, una misura pasi al doppio per un totale di 30000 dipendenti in meno. Eppure il governo Renzi circa un anno fa aveva annunciato una serie di misure volte a mettere in sicurezza e migliorare lo stato delle scuole italiane. Si tratta dei progetti “#scuolebelle, #scuolenuove, #scuolesicure” per i quali il governo Renzi ha stanziato molte centinaia di milioni di euro utilizzando anche il Fondo di Sviluppo e Coesione.

Cifre elevate che nella provincia di Catania toccano quota otto milioni di euro e potrebbero dare una boccata d’ossigeno al comparto edile. “Chiediamo che vengano sbloccate nel minore tempo possibile le risorse destinate agli interventi sull’edilizia scolastica”, dice il segretario generale della Fillea, Giovanni Pistorio durante il presidio unitario organizzato questa mattina da Cgil, Cisl e Uil davanti al Provveditorato agli studi di via Coviello. Al sit-in hanno preso parte i sindacalisti del settore scolastico e edile e hanno aderito le organizzazioni imprenditoriali di settore e gli Ordini di Ingegneri e Architetti. Tanti i lavoratori.

“E’ passato più di un anno, siamo qui per contestare una politica fatta di soli annunci”, spiega Pistorio. L’obiettivo è incontrare il dirigente del Csa per fare il punto della situazione rispetto alle scuole etnee. Una duplice lotta: mettere in sicurezza le scuole per chi le frequenta e fare ripartire il settore edile. “Il comparto edile è a pezzi, si sono persi più di diecimila posti di lavoro, si è dimezzato il numero delle imprese, ancora maggiori sono le riduzioni sul salario”. Le conseguenze della crisi, infatti, non sono meno tenere con chi riesca ancora a lavorare: meno ore di attività e salari più bassi della media. “Un edile lavora per molto meno tempo con compensi che al massimo riescono a coprire i bisogni primari”, argomenta il sindacalista.

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