20 Gennaio 2020, 17:27
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PALERMO – “Il termine ‘preparazione’ è stato equivocato facilmente dai media. Semplicemente era riferito a una serie di indicazioni su come comportarsi in dibattimento che volevo dare a Scarantino. Cioè volevo indicargli una sorta di codice comportamentale che ogni buon collaboratore di giustizia deve osservare per essere efficace e per deporre in modo dignitoso”. Così l’ex pm Carmelo Petralia spiega ai giudici che celebrano il processo per il depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio quel “dobbiamo prepararci” detto al falso pentito Scarantino nel corso di una telefonata poi intercettata.
“Nel caso di specie stavamo celebrando con unici e fragili elementi il primo dibattimento per la strage di via D’Amelio e il soggetto era problematico, con questo chiaramente non intendo dire mentitore volontario, ma un soggetto che aveva molte criticità – spiega -. Quindi bisognava avere particolare attenzione a prepararlo a una efficace esposizione. Prepararsi voleva dire solo questo, certo non significava indurlo a mentire”. La telefonata è stata recentemente scoperta dalla procura di Messina che parallelamente ai colleghi nisseni, che hanno incriminato tre poliziotti, sta indagando su eventuali responsabilità del pm Petralia e dalla collega Anna Palma, entrambi nel pool che indagava sulle stragi, nel depistaggio.
“Sapevo che Scarantino era intercettato. Il suo telefono però era abilitato solo alle chiamate in uscita. No so chi e perché glieli avesse dati, ma so che disponeva dei numeri dei magistrati”, aggiunge. In merito ad allusioni a cose di cui non parlare al telefono, riferite a Scarantino nella chiamata, Petralia dice: “Alludevo a sue cose familiari. Ho usato un linguaggio un po’ da mafioso”.
E ancora sulla ritrattazione di Scarantino del luglio del 1995: “Mi arrivò la notizia che Scarantino aveva ritrattato quanto ci aveva raccontato sulla strage di via D’Amelio nel corso di una trasmissione televisiva e decisi di andarlo a interrogare subito, perché se ritrattazione doveva essere, questa si sarebbe dovuta fare in udienza non in tv”. “Come seppe della ritrattazione visto che notificò l’avviso dell’interrogatorio di Scarantino prima ancora che la trasmissione andasse in onda?”, gli ha chiesto il pm Stefano Luciani. “Non ricordo – risponde – forse me lo dissero i colleghi”. Le registrazioni della trasmissione tv non sono più disponibili, sequestrate su ordine della magistratura. “Ci ponemmo il problema del sequestro della cassetta ipotizzando il reato di favoreggiamento”, spiega l’ex Pm. Petralia non sa dire però chi dispose che la registrazione andasse distrutta.
(ANSA).
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20 Gennaio 2020, 17:27