PALERMO – Non ricevono nulla anche se gli è stato promesso tutto. Poco più di un anno fa i disabili siciliani avevano fatto sentire la propria voce con una marcia della dignità che era arrivata fin dentro Palazzo D’Orleans, ma ad oggi, nonostante l’istituzione di un fondo regionale e la creazione di una nuova lista di persone con disabilità gravissime, la ricezione degli assegni mensili di sostegno è nel caos, con ritardi di mesi e l’assenza di notizie certe per i disabili. Questo il racconto dei diretti interessati che lanciano un appello al presidente della Regione: “Chiediamo trasparenza e l’istituzione di un dipartimento socio-sanitario”.
Le promesse del passato governo, dopo le polemiche del 2017 erano state tante: l’istituzione di un Fondo regionale per la disabilità, la creazione di un Piano regionale degli interventi socio sanitari per i disabili. Misure contenute appunto nel decreto Crocetta, in cui si decideva anche di assegnare 1500 euro al mese ai disabili già censiti dalla Regione e di emettere un altro bando per stabilire quanti fossero esattamente i disabili siciliani gravissimi. Ma dopo che sono state ricevute domande di assistenza da parte di più di trentamila persone e ne sono state accettate diecimila, tutto sembra essersi inceppato. Ancora oggi non si conosce esattamente il numero dei disabili gravissimi, e nel frattempo pochissimi hanno firmato un patto di cura con le Asp e nessuno riceve gli assegni di cura, sia arretrati che correnti.
A questa situazione si sommano gli annunci nella nuova finanziaria: “I nuovi censiti hanno diritto all’assegno di sostegno da ottobre – dice Vincenzo Muratore, portavoce del comitato ‘Siamo handicappati, no cretini’ che raccoglie la protesta dei disabili siciliani – perché il decreto stabiliva così. Il problema è che ancora questi soldi non sono stati dati a chi ne ha diritto, e i fondi sono stanziati solo fino a dicembre. Per il 2018 nessuno ancora ha ricevuto nulla”. Un vuoto che causa diversi disagi a chi si è impegnato per assistere un familiare disabile, magari assumendo un assistente o un badante contando sull’arrivo dell’assegno di assistenza. E a tranquillizzare i disabili non è bastato lo stanziamento di 78 milioni inserito nella finanziaria 2018: “Questa misura è al buio – dice Muratore – nella nuova finanziaria si rimanda a un decreto del presidente della Regione che riaggiorna tutti i parametri, ma noi non sappiamo come questo verrà fatto. Chiediamo solo una maggiore chiarezza: vorremmo entrare in contatto con le istituzioni prima di stanziare i soldi, non dopo, perché abbiamo paura che si voglia annacquare il fondo per disabili e diminuire le somme totali”.
Che la comunicazione sia uno dei tasti dolenti della questione disabili è confermato dalle diverse lamentele di disabili nei confronti delle istituzioni e delle Asp siciliane. Le quali sono addette a raccogliere e valutare le domande di assistenza, a ricevere i fondi dalla Regione e poi a distribuire gli assegni, ma che in alcune province risponderebbero lentamente, come segnalato da alcuni lettori di Livesicilia. Secondo la parente di un disabile, che preferisce restare anonima per ragioni di privacy, spesso l’erogazione dei contributi di assistenza è rallentata dai funzionari delle Asp: “Nel caso della mia provincia – dice la lettrice – sia il direttore del distretto sanitario che deve firmare le delibere che i funzionari che devono attuarle si prendono molto tempo, molto spesso dicendoci che i fondi non sono stati ancora liquidati dalla Regione. Quando poi chiediamo di sapere qualcosa sono evasivi. Siamo nella condizione – conclude la parente di disabile – di dover affrontare due calvari: quello quotidiano che riguarda i nostri cari, e quello di fare battaglie per qualcosa che ci spetta di diritto”.
“Il problema è nell’assenza di un coordinamento – sostiene Muratore a proposito dei servizi affidati alle Asp – oltre a fare i decreti la Regione dovrebbe spiegare alle Asp come applicare le regole, e senza questo coordinamento ogni azienda sanitaria agisce per conto proprio”. Ancora più a monte, i disabili chiedono l’istituzione di un dipartimento separato per l’assistenza socio-sanitaria: “I temi sociosanitari devono essere trattati in modo integrato – dice Muratore – mentre le Asp hanno l’onere della sanità e devono caricarsi anche di queste vicende burocratiche sempre più complesse. Creare un dipartimento unico che si occupa di esigenze sociosanitarie servirebbe a focalizzare meglio sulle esigenze dei disabili, permettendo anche la costruzione dei servizi dal basso, mappando le esigenze di ogni persona bisognosa di assistenza e poi programmando”.
“Il governo della Regione – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza – a partire dallo scorso dicembre con la legge che ha autorizzato l’esercizio provvisorio e poi con la proposta di legge finanziaria ha dimostrato con i fatti il grado di attenzione sulla disabilità. Se, come auspico, – prosegue – il parlamento approverà lo stanziamento previsto dal governo saremo la Regione italiana con la più alta spesa per la fragilità. A fronte della segnalazione di taluni disservizi da parte delle Asp disporremo una verifica, ma desidero ricordare il numero così ampio di soggetti beneficiari del contributo previsto. Probabilmente – conclude Razza – qualcuno potrà pensare che non è mai sufficiente l’impegno delle strutture pubbliche ma davvero in questo caso da parte degli uffici c’è tanta buona volontà”.