Scatta la protesta |"Pentolacce per farci sentire" - Live Sicilia

Scatta la protesta |”Pentolacce per farci sentire”

Le associazioni cittadine non mollano: vogliono fare un "aperitivo rumoroso" per protestare contro le decisioni della Giunta e convincere i consiglieri a non votare il Piano. Passaparola per portare casseruole e coperchi e formare una "orchestra popolare"

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CATANIA – Pentolacce, casseruole, coperchi: vuole essere un “aperitivo rumoroso” quello organizzato dalle associazioni civiche che oggi manifestano alle 18:00 davanti al Municipio per protestare contro il Piano Partecipate del Comune.

L’appuntamento sull’ “orchestra popolare” è già su Facebook, dove aveva spopolato l’evento “Lunch Break” delle 13:00: ma poi il Consiglio Comunale è slittato alle 14:30 e infine alle 18:00, così da pausa pranzo si è passati all’happy hour. L’ironia corre sul web – anche grazie alla pagina Facebook “Il Teatro degli Elefanti” – ma la questione è serissima. Sul tavolo c’è il destino delle società a partecipazione comunale, che la Giunta ha già approvato di vendere. Ora la palla è passata al Consiglio Conunale che però ha bisogno di più tempo.

Ma i cittadini sono stanchi di aspettare e criticano aspramente l’operato dell’amministrazione: “Siamo contrari al Piano della dismissione delle partecipate – spiega a LiveSicilia Catania Federico Galletta di “Officina Rebelde” – perchè secondo noi è un modo per “socializzare” le perdite e privatizzare i profitti. Siamo contrari: le partecipate devono essere a disposizione dei cittadini. Presidieremo ad oltranza, questa delibera non si può far passare perchè si vogliono svendere i beni di tutti. Le partecipate sono aziende che si occupano di servizi costruiti con i soldi della collettività: questi debiti sono stati accumulati non si sa da chi, non certo dai cittadini che hanno pagato le tasse e nemmeno dai lavoratori che hanno continuato a lavorare nelle partecipate”.

Sul piede di guerra anche i volontari del Forum Acqua Bene Comune: hanno esposto un lungo striscione con la scritta “Acqua pubblica senza se e senza Spa”, aggiungendo “L’acqua è di tutti, giù le mani dall’acqua pubblica” e distribuito volantini con messaggi come “Oggi per pranzo non mangiatevi i nostri servizi pubblici”. Malumori anche per il mancato ingresso in aula, visto che molti attivisti avevano già ritirato il pass per partecipare al Consiglio e invece sono rimasti  fuori dai cancelli: “Avrebbero dovuto farci entrare – tuona Sara Giorlando – perchè siamo arrivati qui alle 11:30 proprio per partecipare attivamente ai lavori ed essere tra i 50 ammessi. Speriamo che alle 18:00 non succeda un’altra volta”.

Sotto al Municipio anche un centinaio di lavoratori della Multiservizi: elettricisti, giardinieri, pulizieri del Tribunale. Tutti insieme sin dalle prime ore del mattino per prendere il numeretto per entrare in Consiglio. Anche per loro il rinvio è una nuova agonia: “Siamo qua – spiega uno di loro, Rosario Pantellaro – perchè siamo in scadenza di contratto, e in proroga. Tecnicamente, domani finisce il nostro contratto di lavoro e, entro oggi, si dovrebbe decidere se dare la proroga fino al 31 dicembre 2013, come prevede la Spending Reviw. Bisogna poi vedere cosa prevede la Legge: la vendita, l’accorpamento, una holding, un consorzio. Ma qui nessuno ha chiara la situazione. E’ da sei mesi che si sa della Spending Review…”.


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