No ma, belle figure. Il palermitano non smette di sorprendere e non sembra avere intenzione di far calare il sipario di questo meraviglioso teatro che è Palermo. Io divento pazza se ci penso.
Palermo, matrimonio, 56 gradi Celsius, l’orizzonte trema e pare che debba spuntare Clint Eastwood da dietro la fontana. Tutti belli vestiti e impupati, la sposa che non arriva, le damigelle con il gel nei capelli e i testimoni con le scarpe lucide, a nannò che agita il ventaglio, ù picciriddu ca chiance e lo zizzì che ci butta voci. Mi rendo conto che in una situazione tale a chiunque verrebbe in mente di prendere una mazza e darla in testa al primo che si ha davanti, così per smorzare la tensione. Mi rendo anche conto che avevo ragione un mese fa, quando ho detto che un matrimonio a Palermo, in estate, è da considerarsi come minimo un crimine contro l’umanità, ma che fossero i genitori dello sposo a dare il via alla cutuliàta proprio non me lo aspettavo. A quanto pare ‘sto matrimonio non si aveva da fare.
I genitori dello sposo, contrari alle nozze, si sono presentati senza invito alla cerimonia e per giunta, a dimostrazione del loro sdegno, in canottiera e tappine. Come testimoniano gli esercenti di corso Vittorio Emanuele che hanno assistito all’arrembaggio, l’intento era sin da subito quello della vuciazzata e poi giustamente i genitori della sposa hanno elegantemente voluto chiarire quale fosse la loro posizione al riguardo, quindi figuriamoci, si passò dalle parole ai bastoni di legno in testa. Un cocchiere, conosciuto nella zona come Arancinachiperi, ha anche tentato, senza successo, di difendere la famiglia della sposa dall’attacco nemico, sposa che si è salvata solo perché ha pensato bene di rifugiarsi in una mazziatissima macchina di rappresentanza.
Io però non ho capito se il problema è che Idda, la sposa, è stata anche la donna del fratello dello sposo, o se propia alla famiglia non ci piaceva. Forse è vero che i guai ri la pignata li sapi à cucchiara e noi, non essendo cucchiare non sapremo mai niente. So solo che se volevano dare spettacolo ci sono riusciti, visto che anche se il matrimonio alla fine si fece, è stato sotto gli occhi increduli dei turisti, che andavano chiedendo in giro se ci fossero riprese cinematografiche in corso o se addirittura fosse una tradizione della cerimonia. Non ci posso pensare, c’è da qualche parte un tedesco che crede che tutto questo sia all’ordine del giorno. Belle figure veramente.
La verità è che a Palermo ancora vige la regola che se sei cattivo sei figo, come in Romanzo Criminale e per quanto si tenti di ignorare la cosa è questa la situazione. È verosimile che i parenti dello sposo, i lanzichenecchi, direbbe la mia professoressa delle medie, al rientro nelle caverne siano stati applauditi e che l’intera vicenda venga colta dalla loro comunità come un aneddoto da raccontare ai nipoti e del quale andare fieri, perché prova di forza e malandrineria. Malandrineria che attenzione, non è una parola d’offesa, ma un complimento.
Non ci scordiamo che in giro si sentono raccontare storie del tipo: “A uominieddonne, se non ci era Maria (De Filippi), Giorgiana a quella cosazza inutile di Chiariana ci tirava i capelli uno per un uno e faceva bbuano.” O ancora, “Ci diedi due timpulate a ddù cretino e ci rigai tutto il biemmevvù.” – “Bravo, non te ne devi tenere manco una.” Quindi perché stupirsi, ormai peggio sei, più sei meritevole di rispetto. Ma la mia domanda è, com’è che questa scena da reality trash è stata fatta davanti alla chiesa, che tra le altre cose era la Cattedrale, e non prima? Cioè, devo credere che questi non sapevano del matrimonio fino ad un attimo prima del si o cosa?
Mi limito a dire che la violenza non ha risolto un beneamato nemmeno ‘sta volta e poi, facciamo che invece di dare vita ad un circo degli orrori in pieno giorno la prossima volta ve la risolvete per telefono, se nell’insediamento primitivo dal quale venite hanno già attaccato i fili. Tipo, se fate così schifo tenetevelo per voi.