Sciara di Nesima: "Area di valore |geologico, storico e culturale" - Live Sicilia

Sciara di Nesima: “Area di valore |geologico, storico e culturale”

Roberto De Pietro, ambientalista, eidenzia come l'area sulla quale, in parte, dovrebbe sorgere il progetto della Fincogero, era stata identificata da Cervellati come luogo per realizzare il "Parco delle Lave"

CATANIA – Il progetto edilizio proposto dovrebbe sorgere in parte dell’’immensa “distesa lavica intarsiata di discariche abusive” che, in realtà è “la più estesa testimonianza rimasta a Catania della colata lavica del 1669”, afferma l’ambientalista Roberto De Pietro, che ricorda anche che, proprio per quell’area, Cervellati (che negli anni Novanti aveva predisposto un nuovo piano regolatore, poi mai approvato), aveva proposto la tutela mediante il cosiddetto “parco delle lave”. “Gran parte di questa porzione di colata lavica è stata distrutta nei mesi scorsi – continua De Pietro, che fa riferimento alla zona immediatamente alle spalle –  e ritengo che la restante parte sopravviverà ancora per poco, eppure,  il valore di quest’area non è soltanto geologico, ma anche storico e culturale, in quanto la colata lavica del 1669 è quella che ha influito in modo determinante sulla storia urbanistica di Catania e sulla sua stessa identità di città”.

Un aspetto evidenziato anche nel volume “Catania – I quartieri nella metropoli” a cura di Renato D’Amico, stralci del quale si trovano pubblicati sul sito web del Comune di Catania come descrizione dei quartieri cittadini. Nello specifico, per l’area in questione, si legge: “La presenza delle grandi aree inedificate può diventare un’occasione di sviluppo. Non si capisce, per esempio, perché una città costruita con la lava, sulla lava e che, a volte, è stata distrutta dalla lava debba cancellare dal suo paesaggio urbano questo materiale nelle sue forme e consistenza naturali”.

E ancora: “Alcune delle distese di sciara che si affacciano a mò di terrazza sulla circonvallazione potrebbero diventare una sorta di “parco di lava”, un parco senza alberi, ma con le piante colonizzatrici tipiche di questi terreni, con minimi interventi antropici, in cui il paesaggio lunare potrebbe non solo contribuire a far riconoscere ai catanesi uno degli elementi della loro vita, ma essere interessante per i turisti che con la lava non hanno dimestichezza. Il PRG in discussione coglie molto opportunamente queste occasioni e propone infatti il grande parco urbano che coinvolge in parte anche la Municipalità ottava, ma fa riferimento anche alle terrazze di sciara”.

 


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