Scommesse clandestine a Marsala: sequestrati beni per 23 milioni - Live Sicilia

Scommesse clandestine a Marsala: sequestrati beni per 23 milioni

L'operazione della guardia di finanza
PROVINCIA DI TRAPANI
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MARSALA – Beni per oltre 23 milioni di euro sono stati sequestrati a presunti appartenenti a due distinte associazioni per delinquere dedite alle scommesse sportive clandestine a Marsala, con raccolta di denaro anche all’estero. Il provvedimento, finalizzato alla confisca, è stato emesso dal gip su richiesta della locale Procura nell’ambito di un’inchiesta con 12 indagati, nove dei quali raggiunti da un’ordinanza cautelare. Per quattro di loro il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, per due l’obbligo di dimora nel comune di residenza e per tre l’interdizione dall’esercitare professione e attività imprenditoriali.

Al centro dell’inchiesta un’indagine di militari della compagnia della Guardia di Finanza di Marsala su un presunto sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine che, secondo la Procura, ha “determinato un volume d’affari pari a circa 23 milioni di euro, con giocate da parte di oltre 1.000 scommettitori alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia”. Dopo la denuncia di un cittadino, i finanzieri hanno posto particolare attenzione su alcuni conti gioco regolarmente accesi da una coppia di coniugi trapanesi che, ricostruiscono le Fiamme gialle,” risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle scommesse giocate rispetto alla loro capacità economica”. A casa della coppia la Finanza ha trovato, nel corso di una perquisizione, 85mila euro in contanti. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Roberto Piscitello. Dodici gli indagati.

I due, è la tesi dell’accusa, sarebbero risultati “inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra scommettitori e i siti sui quali i privati avevano dei conti gioco, permettendo loro di rimanere anonimi; l’altro, invece, nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti esteri, sprovvisti delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia. Una volta fatta la giocata in contanti, agli scommettitori era rilasciata un’apposita ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l’eventuale liquidazione della vincita. Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli ulteriori soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell’illecita attività.


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