Scoperta una seconda Gioconda a Roma: potrebbe essere di Leonardo - Live Sicilia

Scoperta una seconda Gioconda a Roma: potrebbe essere di Leonardo

Il quadro apparteneva al patrimonio della nobile famiglia romana Forcellino
LA SCOPERTA
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Ecco una seconda Gioconda, simile, se non identica, a quella di Leonardo che è in esposizione a Louvre di Parigi. Questo secondo quadro, scrive ‘Repubblica’, si trova in un deposito a Montecitorio, concesso nel 1925 dalla Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Barberini.

“Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione”, ha detto il questore della Camera Francesco D’Uva che si è privato della tela (ma il dipinto era su tavola e nel ‘700 è stato staccato dal suo supporto originario) per esporlo nella sala Aldo Moro di Montecitorio.

La copia della Monna Lisa appare sul sito parlamentare “ArteCamera”, accompagnata da una breve scheda redatta dagli studiosi della quadreria statale di appartenenza che si sono guardati dal parlare di “bottega di Leonardo” o di “mano del maestro”, definendola “una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello”, la Gioconda del Louvre.

Il fatto è che a far sognare il questore della Camera sono intervenuti Antonio e Maria Forcellino che, nel catalogo della mostra romana del 2019 su “Leonardo a Roma, influenza ed eredità”, hanno speso ben nove pagine a raccontare storia e qualità della “Gioconda Torlonia”.

La Monna Lisa che si trova alla Camera apparteneva alla nobile famiglia romana, come attesta un’edizione del 1852 delle Vite del Vasari; e quarant’anni dopo entrò nel patrimonio dello Stato.

I Forcellino sostengono, con prove frutto dell’ottima conoscenza che hanno del mestiere della pittura, che per la “Gioconda Torlonia” gli allievi del maestro impiegarono colori della sua tavolozza; che il dipinto presenta pentimenti incongrui con una copia; che le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una “trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”.

Quindi, a Roma potrebbe esserci un esempio originale del più bello sfumato del mondo, quello di Leonardo realizzato prima della partenza per la Francia nel 1517.

Eppure Rossella Vodret, ex soprintendente di Roma, schedando il dipinto nel 2005, l’aveva definito “di qualità non molto alta”. E Alessandro Cosma, nella scheda apparsa nello stesso catalogo del 2019 con il testo entusiasta dei due Forcellino, scrive che la copia, una delle molte esistenti, “riprende in maniera precisa molti dettagli” del ritratto del Louvre “sebbene semplificati e irrigiditi”, pur confermando una datazione alla prima metà del XVI secolo (Leonardo muore nel 1519).


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