PALERMO – Più che una scorta era un servizio taxi. Gli uomini a bordo della blindata andavano in giro per la città a soddisfare le richieste di Silvana Saguto, ex presidente della Sezione misure di prevenzione finita sotto inchiesta della Procura di Caltanissetta.
I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo dedicano un capitolo delle indagini al tema: “Impiego della scorta per fini non istituzionali”. La mattina del 28 agosto scorso il magistrato spiega al figlio Emanuele che “ho mandato i miei (personale della scorta, ndr) a prendere tutte cose (materiale sanitario per suturare una ferita, ndr) alla clinica Zancla”.
Sempre lo stesso giorno la Saguto contatta un agente della scorta invitandolo a comprare “il dopo sole” per portarglielo a casa. Tre giorni dopo l’ex presidente chiama Mariangela Pantò, fidanzata del figlio, per chiederle se all’indomani le va di trascorrere una giornata al mare: “Ti faccio prendere dalla scorta quando viene a prendere a me”. All’indomani, davanti all’abitazione della Pantò si appostano i finanzieri. La donna viene prelevata nella zona di corso Calatafimi e accompagnata a casa Saguto. Pochi minuti dopo escono assieme dall’abitazione del giudice, salgono a bordo della Bmw serie 5 blindata per dirigersi verso via Marchese di Villabianca.
Il 2 settembre la storia si ripete. “Stanno venendo a prenderti, ti portano a casa – dice la Saguto alla Pantò – perché a me mi arrivò una direttissima… tu comincia ad andare a casa, se del caso mangiate e poi io arrivo”.
L’ultimo episodio contestato dai finanzieri risale al 3 settembre scorso. La Saguto chiama un uomo della scorta: “Potete venire, però dovete passare dalla profumeria e prendermi i dischetti levatrucco, quelli grandi”. In profumeria la scorta ci passa davvero. C’è un problema, però: “Sta controllando meglio ma molto probabilmente non ci sono quelli grandi, ci sono quelli piccoli”.