Le proposte di Centorrino non hanno soddisfatto i precari della scuola. Da inizio settimana stanno protestando sugli ulteriori tagli all’istruzione sull’Isola. Tagli che provengono da Roma, ma la cui responsabilità, secondo i docenti a rischio, ricade anche su una Regione che non ha fatto abbastanza. Questa mattina l’assessore regionale all’Istruzione Mario Centorrino ha incontrato i precari nella sede del governo regionale, aprendo un tavolo assieme ad alcuni tecnici regionali e il dirigente del Miur Sicilia Giuseppe Italia.
“L’Assessorato – ha detto Centorrino – si farà carico, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, di regolamentare il rapporto tra retribuzione derivante da misure salva precari e indennità di disoccupazione. Al momento sono già allo studio varie ipotesi per trovare soluzioni concrete al problema dei precari a partire da provvedimenti e bandi esecutivi che prevedono, nei progetti con finanziamenti europei, l’inserimento di docenti e personale Ata”.
Due, riferiscono nel dettaglio i precari, sono state le proposte dell’assessore per rimediare al taglio di 6 mila posti tra personale amministrativo e docenti. La prima che vede il completamento della seconda annualità dei progetti Por prevede 1200 contratti della durata di tre mesi l’anno. Mentre la seconda permetterà l’avvio di contratti a progetto triennali per 60 ore l’anno. Tre settimane di lavoro in tre anni.
Proposte “inaccettabili” per i precari che hanno a loro volta presentato una diversa soluzione: “Il ministro Gelmini – spiega Salvatore Altadonna, precario ed esponente Idv – ha detto che i posti tagliati saranno riassorbiti in tre anni. Visto che di recente ben 22.500 lsu sono stati assunti, chiediamo alla Regione un contratto a livello unico per personale ata e docenti valido per questo triennio. L’assessore l’ha ritenuta una proposta legittima, anche se sarà difficile da realizzare in vista dei tagli previsti alla Regione che ammonterebbero a 4,5 miliardi di euro. Ci ha assicurato però che presenterà il nostro suggerimento come richiesta politica in giunta regionale”.
Le proteste non si fermeranno dunque qui: “Proseguirà – continua Altadonna – lo sciopero della fame continuato di tre colleghi e la staffetta giornaliera di due o tre persone in sit-in davanti a piazza Indipendenza, almeno fino a quando non avremo un incontro con il presidente Lombardo, mentre per il prossimo lunedì 5 settembre dalle ore nove ci sarà anche un altro sit-in di fronte alla prefettura di Palermo”.
Ma la rabbia monta anche verso i sindacati: “Vista la loro indifferenza, – ha accusato il precario – vorrei che venisse ampliato il reato di sfruttamento del lavoro, applicandolo anche ai sindacati che firmano contratti lesivi delle condizioni dei lavoratori. I ministri vanno e vengono e attribuire tutte le colpe a Mariastella Gelmini sarebbe ipocrita. I sindacati restano e hanno svenduto il nostro lavoro anno dopo anno”.
I precari non parlano soltanto di posti di lavoro. “Ci sono ragazzi portatori di handicap che non possono più contare sugli insegnanti di sostegno. Dopo i tagli ai posti di lavoro manca la sorveglianza nelle scuole, il maestro unico è scelto tra i più anziani che spesso non riescono a parlare il linguaggio dei propri alunni, che non può prescindere dalla conoscenza dell’informatica e dell’inglese. Nel 2008 sono stati tolti 8 miliardi alla scuola, ma altri 14 venivano spesi per l’acquisto di cacciabombardieri. Se tagli gli sprechi non si lamenta nessuno, ma se tagli alle famiglie – ha concluso Altadonna – non fai altro che alimentare la criminalità organizzata”.
Anche Mila Spicola chiede spiegazioni. Docente e componente del gruppo di otto donne “insieme x la scuola”, che lo scorso 10 agosto ha presentato a Centorrino un documento che chiedeva una seduta all’Ars “a difesa della scuola siciliana”. “Ci chiediamo – ha detto la Spicola – dove sia stata la Regione in questi tre anni in cui in Sicilia nessun docente è entrato di ruolo, mentre nella sola Brescia ce ne sono stati 47. Il problema a questo punto diviene politico”.