Una scuola distrutta dalle fiamme e tra le ceneri, forse, una grande minaccia. A Licata, nella tarda serata di ieri, ignoti malviventi hanno appiccato il fuoco dentro la scuola elementare Don Milani. Un rogo che, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stato architettato nei minimi dettagli. I responsabili del gesto, infatti, sarebbero prima entrati da una finestra e quindi avrebbero sistemato, e per bene, banchi, sedie, cattedre e suppellettili di una delle aule. Da lì sarebbe partito il rogo, che si è poi propagato per buona parte della scuola.
Mentre le fiamme ardevano e la gente dalle abitazioni vicine lanciava l’allarme, i colpevoli erano già fuggiti indisturbati. Sul posto, insieme ai vigili del fuoco, sono arrivati anche i carabinieri della locale compagnia. Una scena di distruzione, ma anche di terrore, considerato che tutta la comunità di Licata si è chiesta e continua a chiedersi cosa possa esserci dietro un gesto tanto eloquente. La procura della Repubblica di Agrigento ha già aperto un’inchiesta. I carabinieri stanno cercando tra la cenere una traccia che possa condurre ai colpevoli. Si cerca anche un qualsiasi testimone, che possa aiutare a ricostruire i fatti. Del resto l’incendio – come dicono gli inquirenti – è avvenuto intorno alle 22 e non è inusuale che, a quell’ora, potrebbe essere passato qualcuno dai pressi della scuola.
Dalla tanto contestata amministrazione comunale, con a capo Angelo Graci – sindaco in esilio, per vicende giudiziarie, ormai da un anno – si esprime il suo vice, Giuseppe Arnone. Il politico grida all’allarme. Secondo lui, infatti, il gesto sarebbe un avvertimento all’amministrazione comunale di Licata. “Si tratta di un vile atto contro la città – ha detto Arnone– e avvertimento per gli amministratori. Chiederemo alla Prefettura una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
In merito al possibile collegamento, tra la difficile situazione politica di Licata – dove più volte sono state chieste le dimissioni dell’attuale primo cittadino, che regge la città dalla sua casa di Agrigento – e l’incendio della Don Milani, gli investigatori sono molto cauti. Le piste, però, sono tutte battute.