Dal primo settembre sono circa 35mila, fra insegnanti e personale ATA, i dipendenti statali pronti ad andare in pensione. Per loro è arrivata però la doccia fredda dell’Inps, che da quest’anno si occupa di verificare i requisiti necessari. Tutto da rinviare: per gli aspiranti pensionati, infatti, la pensione potrebbe restare ancora lontana, per qualche anno. Dietro allo stallo ci sarebbe un rimpallo di responsabilità fra l’ente di previdenza sociale e il ministero dell’Istruzione.
L’Inps, infatti, determina il via libera ai pensionamenti in base ai dati offerti dal Miur, che però non sarebbero sempre aggiornati. Sulle barricate i lavoratori che si sono visti negare il diritto e le relative sigle sindacali. “E’ un assurdo problema informatico – commentano dalla Cgil – tutto legato alla mancanza di comunicazione fra l’ente e il dicastero. Chiediamo un intervento tempestivo da Roma”.
Uno stop, quello dei 35mila, che potrebbe bloccare gli entusiasmi di altrettanti insegnanti e collaboratori scolastici che nel massiccio pensionamento dei colleghi di quest’anno (nel 2017 erano stati 10mila in meno) vedono la speranza di una collocazione stabile.