Nel bailamme delle elezioni comunali, con oltre 1.300 candidati al consiglio, 2.200 alle circoscrizioni e ben 11 per la poltrona di primo cittadino, può capitare di confondersi e di commettere qualche errore. Peccato che stavolta, a confondersi, sia stato il comune di Palermo. Perché “Giusto” non era il cognome del candidato della lista Mps per il consiglio comunale, e di conseguenza “Gennaro” non era il nome. Ma era esattamente il contrario.
Una svista, abbastanza clamorosa, di cui nessuno si è accorto né quando il nominativo è stato caricato sul sito internet del comune, né quando è stata stampata la cartellonistica per i seggi elettorali. E così è capitato che Giusto Gennaro, consigliere comunale uscente, si sia visto invertire il nome e il cognome: tutt’ora, sul sito del comune, è riportato come Giusto Gennaro e non come Gennaro Giusto. Un equivoco in cui poteva essere facile incappare, ma che era ancora più facile da evitare con un semplice controllo proprio sul sito del comune.
Una svista che ha però avuto pesanti conseguenze: i presidenti di seggio in più di un’occasione, infatti, quando hanno letto sulle schede elettorali, accanto al simbolo di Mps, la parola “Gennaro”, hanno pensato a un errore dell’elettore e quindi hanno annullato il voto. Peccato che l’elettore avesse correttamente riportato il cognome del candidato, come capitato nella sezione 231 del quartiere Villagrazia in cui, addirittura, sono state annullate sei preferenze con la motivazione, assai originale, che visto l’equivoco bisognava scrivere sia il nome che il cognome.
E a poco è valsa la segnalazione fatta domenica al comune dai legali di Gennaro, che ha così chiesto la verifica di tutte le schede di tutte le sezioni dove sono stati attribuiti voti ad Mps. Per inciso, la lista di Riccardo Savona non ha superato il 5% e quindi non è scattato alcun seggio: l’errore, per quanto clamoroso, non ha influito sull’elezione dei futuri inquilini di Sala delle Lapidi. Ma tanto basta ad assolvere il comune per un errore così grossolano?