Se una sera d'autunno Palermo... | E la città si scoprì bellissima - Live Sicilia

Se una sera d’autunno Palermo… | E la città si scoprì bellissima

La cattedrale di Palermo

Un sabato nel centro chiuso al traffico. Una mostra dal sapore internazionale. E il sogno che possa essere sempre così.

Il reportage
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3 min di lettura

PALERMO – È un sabato pomeriggio d’autunno, ma Palermo non se n’è accorta perché il clima è ancora quello di fine estate. In via Maqueda, chiusa al traffico, c’è il solito viavai di palermitani e turisti, tanti, soprattutto dalle parti dei Quattro Canti. Voltando a sinistra all’altezza della facoltà di Giurisprudenza, anche lì in un tratto chiuso al traffico, si ammira con calma la Martorana, affollata di visitatori. In via Roma ci sono le auto, la Ztl a quest’ora non funziona. Attraversandola ecco piazza Sant’Anna e la Galleria d’arte Moderna. Che per l’occasione schiude le porte di un piccolo, imperdibile tesoro, la mostra Icons del grande Steve McCurry.

Gli scatti del fotografo americano, un centinaio tra ritratti e paesaggi, accompagnano il visitatore nelle più remote lande della terra, in un viaggio che lascia a bocca aperta. E dopo aver vagato tra il Tibet e l’Africa nera, dopo essersi imbattuto negli occhi verdi dei giovani afghani e nelle rughe dei volti fieri di vecchi indiani, lasci la Gam appagato, sentendosi per un attimo in una delle grandi città della cultura europea. Solo allora rifletti sul punto che in effetti in una capitale della cultura ci sei davvero, che solo qualche giorno fa il Capo dello Stato è venuto a battezzare il percorso Arabo-Normanno dell’Unesco, e che Palermo, la maledetta e malconcia Palermo, può risvegliarsi bella e felicissima un pomeriggio di autunno.

E così risali Corso Vittorio Emanuele e dopo i Quattro Canti entri in un Cassaro stracolmo di persone a passeggio, come forse non lo hai mai visto in quarant’anni. Una piccola fiumana di palermitani e turisti sale e scende per la spina dorsale della città vecchia, chiusa al traffico delle auto. E bellissima, come non la si ricordava da un pezzo. Chissà se i negozianti della strada lo rammentano un tempo in cui tanta gente passava e spassava davanti alle loro vetrine. La passeggiata è piacevole, si incrociano stranieri e palermitani, diversi sono in giro per Le vie dei tesori, che hanno fatto numeri incredibili, in questa città che ha una voglia silenziosa e insospettabile di bellezza, di conoscenza, di vita. E quando una sbirciata al cellulare ti comunica che lì, davanti alla maestosità della Cattedrale, c’è pure un wi-fi free targato Unesco, ti senti davvero in una grande città d’Europa e per un attimo la dimentichi la Palermo degli ingorghi nei giorni feriali, del degrado, della munnizza e dell’illegalità diffusa, che tutti i giorni hai sotto gli occhi e che ti fanno venir voglia di scappare. E t’aggrappi all’immagine di quest’altra Palermo, e vorresti che questo pezzo diventasse la regola, che questo sabato pomeriggio perfetto fosse il futuro di una città che può ancora farsi amare, malgrado tutto.

È questa la storia di un sabato pomeriggio di libera uscita che abbiamo voluto raccontarvi oggi, in questo giorno festivo, che un tempo a Palermo era per i bambini il giorno dell’attesa per la mattina dei Morti che portavano i doni. Ed è questo il dono che vorremmo per Palermo. Che quel giorno diventi la regola. Certo, ogni misura che muta le abitudini quotidiane di una città può portare con sé polemiche e scontento. Ed è difficile negare che su questi temi la disponibilità all’ascolto delle ragioni di quello scontento da parte dell’amministrazione cittadina sia apparsa tardiva e insufficiente. Ma è altrettanto difficile negare che la strada delle pedonalizzazioni e delle limitazioni del traffico sia l’unica possibile, con tutti correttivi possibili fin qui mancati, per immaginare un futuro che assomigli a quel sabato felice.

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