Sel detta le condizioni: | solo così sosterremo Ferrandelli - Live Sicilia

Sel detta le condizioni: | solo così sosterremo Ferrandelli

Intervista a Sergio Lima. Palermo 2012
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Un appello a Fabrizio Ferrandelli perché riconosca che allo Zen è successo qualcosa di strano, si faccia garante della questione morale e chiuda definitivamente la porta a quei partiti in cui si sono indagati o inquisiti. Sel apre al vincitore delle primarie di Palermo e si dice disponibile a sedersi attorno ad un tavolo per parlare “di politica e di Palermo”, come dice il segretario provinciale Sergio Lima. “Ma la risposta deve arrivare il prima possibile – aggiunge il segretario – prima della nostra direzione che si terrà nel pomeriggio”.

Segretario, è vero che aprite a Ferrandelli?
“Prima è necessario fare una premessa”.

Prego…
“Noi vogliamo parlare di politica, che è stata la grande assente in questi mesi, e quindi di Palermo. La premessa è doverosa, noi siamo un piccolo partito nato da 15 mesi e che non è presente al parlamento nazionale, che in provincia ha un paio di sindaci, una ventina di consiglieri comunali e un consigliere provinciale e sei mesi fa, mentre eravamo gli unici a predicare un centrosinistra per Palermo che non fosse una riproposizione dell’alleanza con Lombardo all’Ars, ci prendevano quasi tutti per pazzi. Comunque finisca oggi, siamo riusciti nel nostro intento, non ci sono margini per la riproposizione a Palermo della maggioranza presente all’Ars. C’è poi il tema di Palermo, completamente spartio dal dibattito politico della città in cui si discute di tattica e politicismi e poco di Gesip, di situazione finanziaria del comune, di infrastrutture e investimenti. Bisogna introdurre elementi di natura politica nella discussione”.

E sulle primarie cosa dite?
“Partiamo dal presupposto che 30mila persone sono andate a votare alle primarie diovidendosi sulla scelta dei candidati, ma tutti chiedevano l’unità del centrosinistra, unità in cui fra l’altro era sancito il profilo politico del centrosinistra. Dopo le primarie, e fino all’assemblea di ieri con i movimenti e i comitati civici, c’è sempre stata una richiesta forte di unità e a cui noi non possiamo essere sordi, ce lo chiede il nostro popolo. Bisogna capire gli elementi politici che servono da cemento per l’unità e riguardano l’enorme questione morale. noi crediamo che il sindaco del centrosinistra debba caricarsi su di sè la questione, non può derubricare vicende come quella dello Zen o non affrontarle per quelle che sono. Deve essere chiaro che l’alternativa a Palermo passa anche da una diversità nella costruzione del consenso e dal fare fino in fondo i conti sulla questione morale. Pretendiamo che non ci siano in nessuna lista che sostiene il sindaco personaggi inquisiti o condannati, che non ci siano tentennamenti verso partiti come l’Mpa di Lombardo che non hanno affrontato l’enorme quesitone morale al loro interno e va fatto insieme a nuova visione dell’etica pubblica che recida l’idea per cui la macchina comunale è un bancomat per il sindaco di turno. Queste sono le precondizioni per discutere”.

Ma discutere con chi? Ferrandelli?
“Oggi la direzione provinciale ci darà un mandato, dobbiamo partire dai 30mila che hanno votato alle primarie, dal rispetto per loro ed è chiaro che questa è la condizione evidente per cui Ferrandelli è l’interlocutore”.

Quindi Ferrandelli che dovrebbe dire sullo Zen?
“Deve fare chiarezza, deve dire come stanno le cose, non può minimizzare o definire normale quella modalità di costruzione del consenso. Il sindaco deve essere il primo garante di una modalità pulita”.

E quando vi dovrebbe rispondere?
“Ci aspettiamo una risposta immediata, è la precondizione per discutere di politica”.

Ma se è tutto deciso, in direzione di cosa parlerete?
“Decideremo sull’avvio o meno di un ragionamento politico eventualmente con Ferrandelli, se dovesse rispondere positivamente, un ragionamento che ha in sè le questioni programmatiche. Faccio tre esempi: una nuova politica per il welfare che deve essere per tutti, il contrario della scelta della commissione dell’Ars sulle coppie di fatto, i diritti sono da estendere; una gestione trasparente della macchina comunale e dei servizi; un discussione sul futuro della città partendo dal lavoro e che sappia resistere alle pressioni fortissime di taluni poteri che vivono a Palermo. Siamo contenti di discutere con Confindustria o Confcommercio, ma la politica non può delegare. Tutti possono proporre, ma la politica non può cedere proprie competenze a queste strutture che devono partecipare ma non ricevere in appalto determinati temi”.

E Idv cosa farà?
“Lavoreremo fino all’ultimo, visto che il nostro obiettivo è l’unità, perché Idv e le altre forze del centrosinistra, insieme a noi, rendano più forte il profilo di alternativa e cambiamento che la città ci chiede”.

Pensa che convergerebbero su Ferrandelli?
“Il punto non è convergere su Ferrandelli, vorremmo che Idv ponesse con noi queste questioni come dirimenti, uno spartiacque fra chi ha governato sino a ora e chi pensa di governare domani. E aggiungo una cosa sulla giunta: il linguaggio da spartizione delle poltrone è un linguaggio che non ci interessa ed è la mortificazione della politica. Non siamo intenzioni a trattare su assessorati, ma pretendiamo che l’intera squadra di governo risponda a un criterio di discontinuità e trasparenza che deve diventare la cifra dell’amministrazione di centrosinistra per i prossimi dieci anni”.

Quante possibilità di vittoria dà alla vostra offerta politica?
“Dipende dalla politica e dalle offerte che fai, l’offerta che abbiamo descritto prima sia vincente”.

Non rischiate di disorientare gli elettori, dialogando con Ferrandelli?
“No, nessun disorientamento. La politica è diversa dal tifo, i nostrti elettori ci hanno chiesto di lavorare per l’unità, abbiamo un popolo ben più ampio del dato elettorale che nazionalmente ci dà all’8%. Il nostro popolo ci chiede l’unità senza compromessi e ci chiedeva di sottrarre il Pd alla morsa di Lombardo”.

E se Ferrandelli non dovesse rispondere?
“Se non risponde a questi temi, non ci sono gli elementi minimi politici e oggi prenderemo le conseguenti decisioni. La risposta deve arrivare in giornata, niente sconti. Siamo una delle poche formazioni che non ha un solo indagato in tutta Italia. Non facciamo sconti a nessuno sulla questione morale”.

E la Borsellino?
“Rita ha detto delle cose chiare che condivido in pieno, non si possono fare sconti sulla vicenda etica e morale”.


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